SALVATORE SERRAPICA
104
se. Dopo avere sulla superficie dell’acqua spruzzato alquante gocce di olio,
che apposta serbava alla poppa del barchiello entro un fiaschetto, mettevami
a contemplare il Piantanimale
14
.
A questo punto il suo contemplare diviene rappresentativo non solo
se contrapposto all’atteggiamento spesso invasivo di chi opera unica-
mente in laboratorio, ma anche in relazione a chi non parte dal fenome-
no naturale al fine di comprenderne l’
economia
, ma chi questo vuol
comprendere all’interno di un sistema già ben definito, attraverso l’uso
indiscriminato dell’analogia, come abbiamo visto criticare a Bonnet.
Paradossalmente, l’argomento dell’analogia sembrerà ritorcersi
contro lo stesso Cavolini, e questa volta la parte dell’accusatore spette-
rà proprio al filosofo ginevrino. Il 22 settembre del 1787 Bonnet ri-
sponde ad una lettera di Cavolini, nella quale il naturalista napoletano
gli riassume le proprie ricerche sui polipi marini, chiedendo il permes-
so d’inviargli le sue memorie. Bonnet quindi, pur senza aver ancora
letto il
Discorso
contenuto in esse, e quindi gli attacchi di Cavolini, do-
po le esortazioni e gli elogi di rito, muove un’obbiezione:
Ces oeufs de
Madrepores
doués de vie et de mouvement, sont une grande
curiosité. Mais, êtes vous bien assuré, que se sont de véritables
oeufs
? Vous
savez combien j’ai insisté dans plusieurs de mes ecrits sur les meprises dans
lesquelles l’analogie peut jetter le naturaliste quand il n’en use pas avec assez
de circospection. Nous ne jugeons que par comparaison, et nous trasportons
facilement aux espèces le plus inferieures des idées, que nous avons puisés
dans les espèces supérieures. Les Zoophytes sont à une si grande distance des
animaux le plus éléves dans l’Echelle de l’animalité qu’en les étudiant on ne
saurait trop se tenir en garde contre les idées analogiques qu’ils rappellent à
l’esprit. En un mot: la logique de l’observateur des Zoophytes ne sarauit être
trop sévère
15
.
Il riferimento era a quanto Bonnet aveva scritto, ad esempio, nelle
sue
Considérations sur les corps organisés
, riguardo al pericolo di un
continuo ricorso all’analogia, da usare sobriamente, diffidando delle
regole generali. Auspicava addirittura la scrittura di un
Trattato
dell’uso, e dell’abuso dell’analogia
. Sembra dunque che il punto focale
della questione sia appunto metodologico. A contraddire, in qualche
14
Ibid.
15
Lettera del 22 settembre 1787, in
Lettere a Filippo Cavolini
, cit., p. 76.
1...,94,95,96,97,98,99,100,101,102,103 105,106,107,108,109,110,111,112,113,114,...236