MEDICINA, ERUDIZIONE, VITA CIVILE
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rientemente lo
status
della medicina nello spazio culturale della Napoli
settecentesca, da osservarsi pure quanto ai caratteri che ora la assimilano
ora la distinguono ora la marginalizzano nel panorama dell’Italia coeva.
***
Domenica 26 m’alzai prima delle dodici dovendo partire per Portici, an-
dando prima alla messa nella chiesa del Carminiello, confraternita posta in
faccia alla locanda e poi verso le 14, col signor abate Brunelli e con dietro il
signor Catani in calesse partimmo per Portici ove fummo verso le 14 e an-
dammo a vedere lo scavo […]
4
.
Così annota Bianchi nell’ottobre 1766 durante il soggiorno a Napo-
li, dove era già stato molti anni prima, alla metà degli anni Venti, quan-
do aveva frequentemente attraversato l’Italia per compiere la propria
formazione, instaurare rapporti, cogliere natura e cultura dei maggiori
centri. E nella fase in cui il suo amico Celestino Galiani nell’ufficio di
Cappellano Maggiore era impegnato a riformare l’Università di Napo-
li, si era anche profilata per lui l’ipotesi di essere chiamato a ‘leggere’
botanica. Possibilità che però Bianchi aveva considerato con realistico
disincanto, come emerge dalla lettera inviata all’amico e maestro An-
tonio Leprotti nel giugno 1739:
Per quanto ella mi scrisse nell’autunno passato, monsignor Galiani diceva
di voler fare un certo maneggio per me in Napoli per la Botanica; desidero
ora sapere che fondamento vi sia sopra una tal cosa. Io mi persuado già non
esserne niuno
5
.
E non sbagliava; le sorti della botanica a Napoli, pur nel solco di
una prestigiosa tradizione ininterrottamente rappresentata da indivi-
dualità d’alta levatura, erano istituzionalmente grame, se Catani dove-
va scrivere allo stesso Bianchi ancora nel febbraio 1757:
qui giammai non evvi stato giardino preciso di bottanica; tuttoché questo
suolo napolitano e siciliano fertili siano di semplici, ma al più al più da qual-
che dilettante nella propria casa si è coltivata alcuna pianta. Perciò, li lettori di
tal scienza, nel caso di diffinire o di dover dimostrare quel semplice di cui dis-
4
Il brano è edito in M
ASETTI
Z
ANNINI
,
op.
cit.
, p. 595.
5
Ivi, p. 543, nota 10.
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