MEDICINA, ERUDIZIONE, VITA CIVILE
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nel 1751 con l’intento di istituzionalizzare, grazie alla protezione duca-
le, uno spazio di ricerca e di produzione scientifica dialetticamente op-
posto al Collegio Medico, roccaforte della corporazione detentrice del
controllo sull’esercizio della professione e sull’abilitazione ad essa; roc-
caforti a pieno titolo, i Collegi Medici, stante il loro perpetuarsi per sola
cooptazione. La stessa avidità che Catani, scrivendo a Bianchi, depre-
cava come peculiare dei vertici della corporazione medica partenopea
era denunciata, quanto ai medici collegiati modenesi, dal segretario
dell’Accademia dei Conghietturanti, che allo stesso Bianchi dichiarava
per lettera nel luglio 1758, caratterizzando l’
éthos
degli accademici:
questi accademici […] non abbisognano di saliscendere le altrui scale con
imposture di ciurmatori, oppure di ridur molta gente alla bottega, ad effetto
di empire le loro bisacce e rallegrare i ventri […] vivono d’entrata […] tratta-
no la medicina per gloria e loro literaria satisfazione
33
.
Una profonda congenialità lega dunque Catani a Bianchi. Eppure,
il carteggio tra i due svela una tensione irriducibile, una asimmetria di
ruoli, una distanza acuita dalle differenze di
status
sociale e dal con-
testo geopolitico d’appartenenza. Nell’agosto 1757 Catani scrive a Bian-
chi recisamente:
li veri chirurghi ed inspezie li nostri litotomi ed oculisti dottorati tutti sono
in filosofia e medicina, ed in oggi nei più colti settentrionali reami sono ben
distinti ed acclamati. Egli è manifesto che il chirurgo, se non presiede al me-
dico, non ha egli da quello dipendenza veruna, né il medico approva o di-
sapprova la di lui condotta, ma soltanto li proprii assoluti suoi maestri
.
Una posizione radicale, che ritorna in molte delle lettere che i due
si scambiano in questo periodo. Subito dopo le parole ora menzionate,
non per caso Catani riprende quelle che si sono trascritte in preceden-
za da
La litotomia dimostrata e difesa
, dov’è la citazione cavata dal for-
tunatissimo – in Italia vanta parecchie edizioni del testo originale lati-
no e della traduzione italiana che in seguito se ne compie –
Compen-
dium anatomicum
di Lorenz Heister
34
:
33
Il brano di lettera è edito in T
URCHINI
,
op. cit.
, pp. 280-281; è pure commentato
in B
RAMBILLA
,
op. cit.
, p. 63.
34
Su di lui basti qui il rinvio a M. D. G
RMEK
,
La mano, strumento della conoscenza
1...,111,112,113,114,115,116,117,118,119,120 122,123,124,125,126,127,128,129,130,131,...236