MEDICINA, ERUDIZIONE, VITA CIVILE
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Vacando attualmente l’impiego di chirurgo di Camera della M.S., ha pre-
sentito che, ordinatasi la nomina alli professori di Camera, due di essi non si
siano ricordati del suo nome.
Signore, quando la aggregazione a XIV Accademie d’Europa, le opere da-
te alle stampe e la voce del pubblico non siano bastate a far noto il sugg.
o
a’
sud.
i
Prof.
i
Serao e Vivenzio consultori, è cosa infinitamente mortificante che
32 anni d’onorato e rimarcabile servizio in ogni genere d’operazione prestato
alla Real Famiglia non l’abbian ricordato. Non dico pochi, ma dico animosa-
mente che se il servizio è merito, nessuno ha questo merito tra que’ che ser-
vono, e molto meno tra que’ che pretendono e non servono.
Signore, non solamente che
in aequo et jure magnitudo animi decet
, ma
dovete perdonarlo a chi per un attrasso sifatto perde l’onore e la sossistenza,
perdite per le quali la giustizia compatisce anche l’estremità.
Si raccomanda dunque strettissimamente alla inalterabile giustizia dell’E.
a
S., unico presidio che gli rimane per evitare la sua perdizione. Ma quando mai
V.E. sviluppare non possa tanti ben fatti nodi, si degni sua mercè che per
pubblico concorso ed esame ne risulti il sugetto; e per tal critica funzione nis-
suno se ne esclude od eccettua degli esaminatori e giudici che sarà per istabi-
lire V.E., cui inchinandola divotamente si rafferma
Di V.E.
Napoli, 16 maggio 1776
[Alessandro Catani a Giuseppe Beccadelli Bologna, marchese della Sambuca]
Eccellenza,
Allo avviso di avere il Somigliere del Corpo P.
pe
della Riccia inviato nella
Segr.
ria
del Carico di V.E. uno favorevole informo per la mia dimanda degli
onori di chirurgo di Camera, avevo deliberato di venirla ad ossequiare ed aiu-
tar la istanza col calore che corrispondesse alla mortificazione che ho appo il
pubblico di essere il più antico professore della Famiglia Reale, e di essere al-
tresì dalla fortuna il più attrassato. Ma l’ordine inopinato di dover imbalsama-
re il cadavere di S.A.R.P.
pe
D. Filippo, eseguito sabbato la sera insieme con D.
Francesco Carlini, chirurgo interino di d.
to
Reale Infante, e con D. Domenico
Ferraro, mio compagno, mi priva per molto tempo di poter essere ai piedi
dell’E.V.
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