MARIA TOSCANO
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Intanto, a Roma, entrambi i giovani Filomarino seguivano diligen-
temente le lezioni al convitto capitolino, benché già mostrassero incli-
nazioni distinte. Si legge infatti in un documento inedito:
A dì maggio 1760 entrarono in collegio per convittori li due fratelli signori
don Ascanio e don Clemente Filomarino duchi della Torre, di anni il primo 8,
l’altro 6, figli di Sua Eccellenza il signor don Pasquale e della principessa
Rospigliosi in Torre, napoletani, ed esaminati, furon posti in Galleria. A dì 21
maggio 1770 partì il signor don Ascanio. Giovine niente portato per li studi,
ma dedito alla meccanica e alla fisica sperimentale, dove è riuscito a mera-
viglia. A dì 5 giugno 1774 partì il signor don Clemente, con universale dispia-
cere. Giovine di ottimo talento, per il quale e per altre sue lodevolissime qua-
lità ha fatto grande onore al collegio
3
.
Nel 1770, tornato a Napoli, Ascanio si dedicò alla storia naturale,
seguendo la sua vocazione alla scienza sperimentale, ma forse anche in
qualche modo influenzato dal padre, appassionato della materia e vici-
no all’ambiente del Padre Della Torre
4
e dello scienziato partenopeo
Gaetano De Bottis, con il quale ultimo Ascanio stesso cominciò ben
presto a collaborare
5
. Mosso da un grande interesse per l’attività del
Vesuvio, fin da giovanissimo il duca andò raccogliendo una vasta sele-
zione di rocce vulcaniche che provvedeva via via a catalogare; per lo
stesso motivo mise insieme un formidabile patrimonio librario – per lo
Carlo di Borbone da un rapporto fiduciario, ebbe dal sovrano l’incarico di bibliotecario,
nonché quello di ordinare il Museo Farnesiano – poi Reale – allora a Capodimonte; fu
anche tra i soci fondatori dell’Accademia Ercolanese e sovrintendente alla pubblicazione
degli atti, come responsabile della stamperia regia. Su questa interessante, ma ancora po-
co nota personalità del mondo scientifico partenopeo, vedi la voce di U. B
ALDINI
in
Di-
zionario Biografico degli Italiani
, vol. XXXVII, Roma, 1991, pp. 573-577.
3
Archivio del Collegio Nazareno, I, 1463 e 1464.
4
Cfr. G. M. D
ELLA
T
ORRE
,
Supplemento alla Storia del Vesuvio
,
[snt. ma 1761], p.
8. L’autore racconta di essere andato a visitare la lava in compagnia del Duca Della
Torre Pasquale Filomarino, «amantissimo della Storia Naturale».
5
«A quest’effetto [per dimostrare che le ceneri del Vesuvio fossero cariche d’elet-
tricità] sul principio della notte vegnente col Duchino della Torre Don Ascanio Filo-
marino, Cavaliere dotato di rari talenti e costumatissimo facemmo nella loggia del suo
palazzo questa pruova» (G. D
E
B
OTTIS
,
Istoria di varj incendi del Monte Vesuvio cui
s’aggiunge una breve relazione di un fulmine che cadde qui in Napoli nel mese di Giugno
dell’anno MDCCLXXIV di D. Gaetano De Bottis, professore di storia naturale nella re-
gia università. Seconda edizione corretta e accresciuta
, Napoli, nella stamperia regale,
1786, p. 248).
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