GIUSEPPE CACCIATORE
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Provvidenza) e lo svolgimento storico di una temporalità che si deter-
mina e si rappresentata innanzitutto nel corso delle umane nazioni.
Perciò, in questa idea vichiana della filosofia non può esserci posto per
quelle posizioni che si affidano o al caso o alla mera corporeità. La filo-
sofia politica di Vico trova, così, il suo punto di ancoraggio nella deci-
siva constatazione – sulla quale poi, a riprova del legame tra universali-
smo e storicità, convergono le legislazioni comuni – «che si dia provve-
denza divina, che si debbano moderare l’umane passioni e farne uma-
ne virtù, e che l’anime umane sien immortali»
15
. Si tratta dei tre ben
conosciuti principi della nuova scienza vichiana: religioni, matrimoni,
sepolture
16
. Paradossalmente, è proprio l’atto del ricondurre le radici
dell’umano processo di socializzazione alla «principialità» (nel caso di
Vico provvidenzialistica, ma si potrebbe dire
universalistica
, a mio av-
viso non sbagliando) che interdice la possibilità di attribuire le produ-
zioni e le manifestazioni del pensare e dell’agire umani ad una astratta
legge razionale. D’altro canto, è in questo contesto teorico che viene
progressivamente chiarendosi – dal
De uno
fino alle diverse edizioni
della
Scienza nuova
– il significato che per Vico ha il diritto naturale
delle ‘genti’ che è prodotto certo dai costumi e dalle consuetudini, ma
è anche conformato a quella universale
natura comune delle nazioni
che è, non si dimentichi ciò che è annunciato sin dal titolo del gran li-
bro vichiano, l’oggetto della nuova scienza – e che ha come manifesta
finalità la conservazione della società umana
17
.
Se questo è il senso – uno dei possibili sensi – della politicità della
filosofia vichiana, allora essa può a giusto titolo non essere considerata
estranea al costituirsi della modernità (senza che ciò, peraltro, avvenga
a discapito di una lettura dei testi filologicamente corretta e storica-
mente contestualizzata). Come ho già altre volte sostenuto
18
, non si
tratta di stravolgere un impianto teoretico che si avvale di un impianto
argomentativo fortemente pervaso dalla tradizione cristiano-agostinia-
na e, in parte, umanistico-rinascimentale, ma solo di individuare in es-
so una serie di elementi, per così dire, strategici, che sono poi gli stessi
che ritroviamo in modo del tutto riconoscibile nelle fasi più acute del
15
Ibid
. (capov. 130).
16
Cfr. ivi, pp. 542-543.
17
Cfr. ivi, pp. 535-536. Il corsivo è mio.
18
Faccio ancora riferimento all’ultimo capitolo del mio libro
Metaphysik, Poesie
und Geschichte
.
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