MARIA TOSCANO
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decise di commissionare al paesaggista Olivo D’Anna una serie di ve-
dute delle eruzioni passate, riprodotte sulla base delle informazioni
tratte dai testi in suo possesso. Appena un anno dopo, il duca della
Torre pubblicava la
Breve descrizione
16
, un vero e proprio catalogo
che comprendeva non solo i dipinti fatti eseguire dal D’Anna, ma an-
che altre raffigurazioni di eruzioni presenti nella sua collezione: in tut-
to ventidue illustrazioni corredate da commenti essenziali.
La prima edizione riscosse largo successo tra studiosi e appassionati
di storia naturale per l’originalità dell’idea e per la cura estrema con la
quale si tentava di ricostruire la storia del vulcano mettendo a confron-
to il maggior numero possibile di fonti documentarie; nella seconda,
edita con il titolo eloquente di
Gabinetto Vesuviano
17
, l’elemento inno-
vativo è ancora più forte. Qui, infatti, il duca mostra di aver affinato la
metodologia di ricerca e allargato il concetto di fonte: in questo caso è
l’intera collezione naturalistica – e non le sole vedute – a rappresentare
lo strumento attraverso il quale ricostruire le vicende eruttive del Ve-
suvio. Alla descrizione delle immagini vesuviane raccolte da Filomari-
no, in questa seconda tiratura si aggiunge il catalogo delle rocce vulca-
niche da lui possedute, e un indice della sua
Biblioteca Vesuviana
18
.
Le
pietre sono presentate secondo la catalogazione fatta dal medico e na-
turalista scozzese James Thompson
19
; amico di Acton e Hamilton, in-
16
I
D
.,
Breve descrizione dei principali incendi del monte Vesuvio e di molte vedute
di essi per la prima volta ricavate dagli storici contemporanei, ed esistenti nel Gabinetto
del Duca della Torre
, Napoli, presso Sangiacomo, 1794.
17
I
D
.,
Gabinetto Vesuviano
, Napoli, presso Sangiacomo, 1796; d’ora in poi
GV1796
.
18
La parte più congrua del testo è occupata dalla descrizione dei sismi (pp. 3-67); es-
senziali sono comunque anche le pagine dedicate al catalogo dei minerali (pp. 69-81), ed
all’elenco dei titoli d’argomento vulcanico presenti nella biblioteca (pp. 83-108).
19
Nato nel 1761, Thomson era arrivato in Italia nel 1791 e dopo un breve periodo
trascorso tra Siena e Firenze era giunto a Napoli nel 1794, dove restò fino alla sua par-
tenza per la Sicilia, nel 1799. Non lasciò mai più l’isola fino alla morte, avvenuta nel
1806. A Napoli dimorò prima da Mr. Heigelin, presso il consolato danese, poi nel pa-
lazzo di John Acton, dove ebbe modo di entrare in intimità con William Hamilton. In
compagnia di Ascanio vistò a scopo scientifico molti luoghi campani, tra cui Castella-
mare, Ischia e la Solfatara a Pozzuoli. La maggior parte delle sue scoperte furono
pubblicate su riviste partenopee, con il nome di Guglielmo Thompson. Portò la sua
raccolta con sé a Palermo, e due anni dopo la sua scomparsa, nel 1808, un servo di
origine toscana si occupò del trasporto della collezione dalla Sicilia ad Edimburgo:
essa includeva 10.000 reperti geologici e 823 libri, oltre al suo ritratto e ad un busto in
gesso eseguito da Cardelli. Una essenziale biografia di Thomson in
A dictionary of Bri-
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