METODO SPERIMENTALE ED EMANCIPAZIONE SOCIALE
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Le prime due tavole del testo (a firma di Olivo D’Anna e Secondo
Bianchi) riproducono rare immagini antiche del sisma seicentesco che
Filomarino mostra di aver tratto dalla recente riedizione che ne aveva
fatto Giuseppe Mecatti, naturalista toscano operante a Napoli; la mag-
gior parte delle altre tavole sono tratte invece per lo più da testi del par-
tenopeo De Bottis, presso il quale Filomarino aveva appreso il mestiere
di naturalista e con il quale continuò a collaborare anche da adulto
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.
Mentre ad Olivo D’Anna fu affidato il compito, tutto sommato
semplice, di riprodurre immagini già esistenti in testi editi, Filomarino
si servì di Pasquale Degola per le riprese dal vero. La scelta di utilizza-
re un disegnatore ignoto ed inesperto, come si vedrà, era comune a
molti naturalisti e si giustifica con il fatto che un artista meno famoso e
più giovane era generalmente più malleabile e quindi maggiormente
disposto ad accettare lo stretto controllo dello scienziato e ad seguire
le indicazioni fornitegli. Le immagini disegnate da Degola, generalmente
di qualità inferiore rispetto a quelle del D’Anna, sono caratterizzate da
un gusto più spiccato per la bella veduta, o meglio sono marcate da una
declinazione popolaresca – e talvolta banalizzante – dell’estetica del sub-
lime, che emerge nei contrasti più netti e marcati nella rappresentazione
del dato naturale, e nella presenza insistita del particolare oleografico.
Questa sua propensione finisce per distogliere l’attenzione dell’osserva-
tore dalla rappresentazione del fenomeno fisico.
Appartengono a Degola cinque vedute in tutto: quattro relative
all’eruzione del 1794 (tavv. XVII, XVIII, XIX, XX) ed un’altra (XV)
che ritrae invece quella del 1779, la prima cioè che il Filomarino aveva
studiato direttamente – al ritorno da Roma – in collaborazione con
Gaetano De Bottis. L’immagine però non corrisponde a nessuna delle
illustrazioni presenti nel testo del naturalista più anziano, dunque già
in questo caso Degola dovette ritrarla dal vivo esclusivamente per il
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Le Tavv. I e II del Filomarino (
Prospetto del Vesuvio e sue adiacenze innanzi
all’eruzione del 1631 e Eruzione del Vesuvio, che incominciò ad ore 17 del 16 dicembre
del 1631
) corrispondono precisamente a G. M. M
ECATTI
,
Racconto storico-filosofico
del Vesuvio e particolarmente di quanto è occorso in quest’ultima eruzione il 25 ottobre
1751 e cessata il dì 25 febbrajo 1752 al luogo detto atrio del cavallo dell’Abate Giuseppe
Maria Mecatti Protonotario Apostolico, Cappellano d’onore degli eserciti di S.M. Cattoli-
ca, Accademico Fiorentino Apatista e Pastor Arcade
, Napoli, presso Giovanni di Simo-
ne, 1761, p.
CVIII
(
Prospetto del Vesuvio e sue adiacenze prima dell’eruzione del 1631
di
Giovanni Morghen e Domenico dell’Acerra), e p.
CCXI
(
Prospetto del Vesuvio e sue
adiacenze dopo dell’eruzione dell’anno 1631
).
1...,135,136,137,138,139,140,141,142,143,144 146,147,148,149,150,151,152,153,154,155,...236