UNIVERSALISMO ETICO E DIFFERENZA
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dibattito etico e politico contemporaneo. Ritengo, ad esempio, che un
discorso di tipo analogico possa farci vedere più di una corrispon-
denza tra la vichiana ricerca della universalità degli ordini naturali e la
ripresa attualissima (dinanzi agli esiti a mio avviso inaccettabili e po-
tenzialmente catastrofici del’assoluto relativismo) dell’esigenza di un
universalismo etico
che possa anche costituire l’impulso e la base di un
nuovo ordinamento giuridico-politico delle comunità nazionali e so-
vranazionali. Ma è altresì ancora da una ispirazione vichiana che può
derivare l’antidoto alla sempre possibile deriva dogmatica dell’univer-
salismo: la necessità, cioè, che la dimensione generale non si separi mai
dalla storicità determinata delle nazioni civili e dall’ineliminabile patri-
monio delle
differenze storico-culturali
delle singole comunità. Insom-
ma, sbaglierebbe chi si ponga alla ricerca, nel testo vichiano, di catego-
rie e teorie che appartengono ad una epoca che sorge, non si dimen-
tichi, dopo ciò che Vico non riuscì a vedere: quella delle rivoluzioni
liberali e democratiche. E tuttavia non sono certo secondari e inutiliz-
zabili quegli elementi del tutto visibili che, a partire dal tema squisi-
tamente vichiano dei nessi tra metafisica della mente e storicità degli
ordinamenti sociali e civili, hanno riproposto e continuano ancor oggi
a riproporre, sul piano filosofico, la dialettica tra ragione e storia, sul
piano politico quella tra universalismo e particolarismo e, sul piano eti-
co, quella tra l’universalità morale del dover esser e la empiricità poli-
tico-giuridica delle istituzioni sociali
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.
Ciò che non è in discussione, come si è detto, è l’esistenza indiscu-
tibile di un sostrato metafisico-teologico che costituisce la premessa
fondativa dell’intera filosofia vichiana. Ciò naturalmente può anche
contribuire a spiegare e a giustificare una tendenza genealogica ed ar-
cheologica della ricerca vichiana impegnata a ritrovare quasi esclusiva-
mente le ‘tracce’ e le ‘rovine’ del passato, ma non elimina dal quadro
complessivo del metodo e delle problematiche della scienza nuova un
paradigma ‘scientifico’ che indirizza il metodo genetico verso la deter-
minazione delle strutture storico-antropologiche degli istituti civili e
delle articolazioni sociali. Sono queste strutture, in effetti, che si me-
diano e si differenziano in una continua dialettica con i principi, per
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Non occorrono stravolgimenti storico-testuali per attribuire queste intenzio-
nalità filosofiche a Vico. Basti riandare alle famose Degnità VI e VII: «La filosofia con-
sidera l’uomo quale dev’essere […]. La legislazione considera l’uomo qual è, per farne
buoni usi nell’umana società» (
Sn44
, pp. 496-497).
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