METODO SPERIMENTALE ED EMANCIPAZIONE SOCIALE
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tenziali acquirenti; tra gli artisti compaiono infatti molti famosi pae-
saggisti: oltre ad Olivo e Alessandro D’Anna, Philip Hackert, Odoardo
Fischetti, Luigi Fergola. La parte testuale dell’edizione del 1805 rimase
quella scritta dal duca Della Torre circa un decennio prima, anche se al-
cuni passi, frattanto ritenuti erronei o imprecisi, risultano emendati da
Gaetano D’Ancora, naturalista calabrese, ma anche
professore di lin-
gua greca all’Università e accademico ercolanese.
L’eredità scientifica di Ascanio Filomarino fu in qualche maniera rac-
colta dal suo stesso figlio Nicola, il quale continuò la tradizione paterna
studiando l’attività eruttiva del Vesuvio e mettendo insieme un discreto
assortimento di materiale lapideo proveniente dal vulcano. La collezione
di Nicola confluì nel Museo di Storia Naturale cittadino, diretto da Teo-
doro Monticelli, nei primi decenni dell’Ottocento. Nell’attuale Museo
Mineralogico di Napoli sono ancora identificabili alcuni esemplari prove-
nienti da tale collezione come le lave incise a caldo con il nome del
proprietario e la data dell’eruzione, in guisa di medaglia celebrativa
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.
Anche sul piano politico, il portato culturale di Ascanio Filomarino
e degli altri naturalisti meridionali di fine secolo, non andò del tutto
perduto: le idee libertarie – poi unitarie – continuarono ad avere una
vasta diffusione tra gli uomini di scienze e a circolare in Italia ed in
Europa lungo i medesimi canali dell’informazione scientifica. Cosa che
emerge chiaramente dallo studio del vasto epistolario di Teodoro
Monticelli, studioso del Vesuvio, intellettuale di levatura europea, e
personaggio-chiave della cultura meridionale nella prima metà del
XIX secolo
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. Questi come la gran parte dei suoi colleghi naturalisti –
regnicoli e non – mostra di condividere i principi ispiratori dei moti
del 1820, ai quali alcuni di essi parteciparono personalmente.
M
ARIA
T
OSCANO
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Devo queste informazioni sul Real Museo Mineralogico (Centro Musei delle
Scienze Naturali Università ‘Federico II’ di Napoli) alla dott.ssa Carmela Petti, che
ringrazio.
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Mi occupo già da qualche tempo di questo complesso tema, tentando di rico-
struire le trame dei numerosi e vari contatti intellettuali di Monticelli. Spero di ultima-
re quanto prima un commento ed una trascrizione, almeno parziale, dell’interessante
carteggio, oggi conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli ‘Vittorio Emanuale III’.
Colgo l’occasione per ringraziare la dott.ssa Rascaglia e tutti coloro che lavorano alla
Sezione Manoscritti per la pazienza e la collaborazione.
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