ROSSELLA DE CEGLIE
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Nel fascicolo dedicato all’
Helix
nella sua
Fauna del Regno di Napoli
infatti scriveva:
Qual meraviglia fia dunque se uomini iniziati appena ne’ misteri della na-
tura, smaniosi di comparir sagacissimi e laboriosi indagatori delle sue dovizie,
li esibiscono come specie distinte spoglie svariate soltanto per gradi picciolis-
simi di rughe di tinte o di macchie, se già sussistono grandissimi esempi di sif-
fatta maniera di risguardare le produzioni naturali di tutte le classi! Sento ben
io il peso delle cose, che sarò per dire: e se parlando di Lumache andranno
ammesse molte novelle specie, le une presentano per me gradi più o meno ri-
marchevoli di allontanamento dal tipo loro, le altre differenze soltanto di co-
lori di macchiature, di fasce e di cose simili, dipendenti per lo più da cagioni
locali e non da cambiamenti reali e positivi subiti dall’animale che ne fu
l’artefice. Le differenze organiche di primo ordine sono le sole a parer mio
che dar dovrebbero i caratteri alle specie; ma queste sono servite a taluni per
basi di novelli generi o gruppi; e non avanza per le specie che quello soltanto
che da cagioni esteriori meno possenti e temporanee risultano
27
.
Costa prendeva in considerazione la possibilità della formazione di
una nuova specie in seguito a cambiamenti profondi subiti dall’anima-
le, cambiamenti che progressivamente lo allontanavano dal tipo ori-
ginale; le influenze locali, invece, potevano provocare solo lievi varia-
zioni di caratteri superficiali e condurre alla formazione di varietà di
una stessa specie. Ed era proprio questo il caso dell’
Helix
, per il quale
egli riteneva di trovarsi di fronte a numerose varietà, più che a specie
distinte: non c’era differenza organica, ma solo lievi modificazioni do-
vute all’influenza degli agenti esterni (come il clima)
28
. Molte varietà
entomologi e conchigliologi a Milano, ed a Camillo Ranzani (Biblioteca Universitaria
di Bologna, Carteggio Ranzani, ms 2086).
27
O. G. C
OSTA
,
Fauna del Regno di Napoli, Animali molli
, fasc.
Helix
, Napoli, Az-
zolino, 1838, p. 7.
28
Alcune, come l’
Helix pomatia
e l’
Helix lucorum
erano talmente simili che riusciva
difficile al nostro naturalista comprendere su che base fossero state considerate specie
distinte: la vivacità più o meno marcata dei colori indicava soltanto le diverse zone di
provenienza. La
pomatia
per Costa era allora il tipo naturale della
mutata
, della
lucorum
e
della
castanea
. Colore, macchie, strisce, consistenza del guscio, lucidità, e così via, pare-
vano dipendere dalle influenze esterne (come il clima o cibo) e non potevano valere co-
me caratteri distintivi di specie, ma come individuazione di varietà derivanti da un tipo.
L’
H.
algira
presentava notevoli variazioni locali (dovute al clima ed alle condizioni del
suolo), come la
verticillus
. Per Costa l’
algira
era il tipo primitivo della
verticillus
: «ed ove
tutte siffatte cose conducessero a fare di essa una specie distinta, i caratteri essenziali e
1...,150,151,152,153,154,155,156,157,158,159 161,162,163,164,165,166,167,168,169,170,...236