ROSSELLA DE CEGLIE
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Costa quindi non si limitava ad assumere come un dato di fatto la
nascita di varietà di una stessa specie in seguito alle influenze dell’am-
biente, ma si spingeva oltre, fino a sostenere la formazione di specie
nuove dalle semplici varietà consolidatesi e diversificatesi sempre più
in modo graduale, attraverso il susseguirsi delle generazioni
48
.
Il gradualismo e la mancanza di precise linee di confine tra le specie
che sembravano sfumare le une nelle altre, lo spinsero alla osservazio-
ne delle possibili forme di congiunzione tra specie, generi e classi: gli
anelli intermedi. Uno di questi anelli venne da Costa individuato nel
Branchiostoma
, considerato giustamente elemento di passaggio tra ver-
tebrati ed invertebrati
49
. In seguito ad un’accurata descrizione, Costa
concludeva che il Branchiostoma possedeva un insieme di caratteri
48
Ivi, p. 168.
49
Un altro esempio successivamente indicato da Costa è la chimera (forma di pas-
saggio tra i pesci spinosi e i cartilaginosi): «uno di quei tanti anelli, per li quali la natu-
ra congiunge gli estremi delle famiglie, e de’ generi, siccome pur gli ordini e le classi,
quali soglionsi dai metodisti concepire; ovvero diremo, che per essi realmente fa tran-
sito dall’una all’altra delle grandi modificazioni dell’organismo» (I
D
.,
Frammenti di
Anatomia Comparata
,
Specialità anatomiche della Chimera
, Napoli, s.l., 1850, p. 1). Nel
1833 Costa individuò sulla costa di Posillipo un animaletto identico a quello descritto
da Pallas come un mollusco gasteropode; le prime notizie vennero comunicate alla Re-
ale Accademia delle scienze nella tornata del 14 novembre 1834: sottolineando la
‘primitiva scoperta del Pallas’, Costa stabilì il nuovo genere Branchiostoma. Nello stes-
so anno pubblicò la descrizione nell’«Annuario zoologico» del 1834 (
Cenni zoologici,
ossia descrizione sommaria delle specie nuove di animali discoperti in diverse contrade
del Regno nell’anno 1834
), dove faceva rilevare «i caratteri generici, ed i rapporti che à
colle specie note di pesci della famiglia de’ ciclostomi». Considerato da Costa un tipo
di pesce di un ordine nuovo, non aveva a suo giudizio alcun rapporto con quelli già
conosciuti. La sola specie che ne costituiva il tipo non ha né occhi, né ‘forami nasali’;
le branchie sembravano collocate sul contorno della bocca e la struttura interna ed
esterna era estremamente semplice. Una descrizione più estesa venne pubblicata nel
1838 nella
Fauna del Regno di Napoli
, in cui Costa proponeva il nuovo genere Bran-
chiostoma (specie Branchiostoma Lubricum), collocandolo nel fascicolo relativo ai
pesci condrotterigi a branchie esterne, correggendo l’erronea sistemazione del Pallas.
Qui ne parlava «nel modo che competeva – dirà in seguito – all’indole di quest’opera.
Molte cose allora io taceva, sia per essermi ancora dubbie, sia perché riserbava per un
lavoro che di preciso risguardava l’anatomia comparata, senza tacere che taluna ignota
ancor me ne restava» (
Frammenti di anatomia comparata, Storia e notomia del Branchio-
stoma lubricum
, Napoli, s.l., 1843, 1, p. I). Alla descrizione dei caratteri esterni (figura
lanceolare, niente occhi e naso, pinna dorsale, mancanza di squame, lubricità), seguiva
quella delle parti interne (oltremodo semplice: tubo alimentare, organi della riprodu-
zione, niente cuore, che sarà invece indicato nei
Frammenti
), e del comportamento
(refrattarietà alla luce, immobilità-rapidità, habitat).
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