ROSSELLA DE CEGLIE
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Il progredire delle conoscenze sugli esseri viventi era causa di con-
tinue modifiche ed aggiustamenti nella loro classificazione: in molti
scritti Costa sottolineava l’instabilità dei sistemi, per incompletezza di
conoscenze, in particolare per quel che riguardava i fossili e per pas-
saggi (transizioni dall’uno all’altro gruppo) mal compresi
62
.
La difficoltà ad elaborare un sistema classificatorio scevro da difetti
ed incongruenze era dovuta per Costa al fatto che in realtà gli esseri
organici sono in continuo mutamento
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; si riferiva esplicitamente a
Lamarck osservando come la natura fosse sottoposta all’influenza delle
circostanze che ne modificavano continuamente i prodotti. Gli esseri
organici erano dunque variabili: ed era proprio questo che rendeva dif-
ficile l’elaborazione di un sistema soddisfacente:
Lamarck pensava, che trovandosi la natura obbligata a sottomettere le sue
operazioni alla influenza delle circostanze che aggiscono sopra di esse, queste
circostanze medesime ne fanno variare per ogni lato i prodotti. La qual legge,
benché vera nel fatto, sembra ambiguamente espressa. Perciocché, il trovarsi
sottoposta la natura alla influenza delle attualità circostanti, è quanto dire essere
sottoposta a se stessa. Il che può tradursi in questi altri termini «Tutto quel
ch’esiste in natura à la sua attività come la sua passività». Quindi le vicendevoli
ra non ha in realtà formato né classi, né ordini, né famiglie, né generi, né specie costanti,
ma soltanto individui che si succedono gli uni agli altri e che assomigliano a coloro che li
hanno generati. Questi individui appartengono a razze infinitamente diversificate che
sfumano le une nelle altre in ogni loro aspetto e che si conservano, ciascuna, senza modi-
ficazioni, fino a che una qualche causa di cambiamento non agisca su di esse» (J.-B. L
A-
MARCK
,
Filosofia zoologica
, a cura di G. Barsanti, Firenze, 1976, pp. 27-28).
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Si vedi anche il fasc.
Lepidotteri
della
Fauna
. «Se ci fosse permesso addurre in
mezzo la nostra opinione, che, quantunque emessa fuori di quel recinto di Sapienti,
l’abbiamo manifestata in un modo solenne, fin dal 1839, citeremmo la Prefazione ge-
nerale alla
Fauna del Regno di Napoli
. Ivi sta detto
Son convinto non potersi sperare una
coordinazione siffatta, da non dar luogo a mende ed a
pentimenti,
fino a che tutta non sia
la materia esaurita: tanto per la parte della organizzazione, quanto per quella delle specie
tutte che attualmente vivono, senza parlar di quelle oramai perdute. Porto opinione che
debba esistere in Natura un tal passaggio graduato nella modificazione degli esseri, da
non lasciare linea di confine tra specie e specie, tra genere e genere, tra classe e classe; e
che quindi tutte le ripartizioni sistematiche attuali siano artifiziali
(non escludendone
quelle di Latreille e di Cuvier che vanno col nome di Sistemi o famiglie naturali)
, difet-
tose, inesatte, perché sovente a noi mancano gli anelli di passaggio, che ligano tra loro le
classi gli ordini i generi e le specie, quali costituiti si trovano dalla mente de’ Naturalisti
»
(O. G. C
OSTA
,
Fauna del Regno di Napoli
, cit.,
Prefazione generale
, p.
IX
).
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I
D
.,
Prolusione al corso di zoologia per l’anno scolastico 1842-43
, Napoli, Filiatre-
Sebezio, 1842, p. 12.
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