ROSSELLA DE CEGLIE
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nuta presa di coscienza della complessità della natura stessa. La ricerca
di una mappa attraverso la quale orientarsi nello studio delle specie,
che sembravano sfumare le une nelle altre, la sfiducia nei diversi siste-
mi classificatori e il riconoscimento del loro ruolo strumentale, l’esi-
stenza di anelli intermedi di congiunzione tra le specie (in particolare
lo studio sul branchiostoma), l’importanza assegnata ai fossili per com-
prendere le specie attuali con cui devono essere comparati, l’influenza
delle circostanze ambientali, sono tutti elementi presenti nel lavoro del
naturalista congiuntamente alla sua posizione nei riguardi della pos-
sibilità del mutamento negli esseri viventi.
Diversamente da Sangiovanni, Costa non ebbe la possibilità di cono-
scere personalmente Lamarck, ma, attraverso una disamina dei suoi la-
vori zoologici, è possibile comprendere che ne apprezzò le opere, gli
studi compiuti sugli invertebrati e le idee sulla modificazione delle spe-
cie. In più punti dei suoi scritti elogiò Lamarck. Le osservazioni sul cam-
po, in particolare sugli individui isolani, gli parvero fornire conferme
all’ipotesi trasformista. D’altra parte, è ancor più esplicito il suo appog-
gio alle idee di Bory de Saint-Vincent, grande estimatore di Lamarck.
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OSSELLA
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