RECENSIONI
181
prima di passare all’esame della fondamentale
Teoria generale della interpreta-
zione
, che pure precede cronologicamente la lezione perugina di due anni
(1955), in quanto tale conferenza è «filosoficamente affiliata alle più profonde
ispirazioni dell’opera del 1955» ed è strutturata in modo tale da poter essere
considerata «come una mappa dettagliata dei centri nevralgici» della
Teoria
generale della interpretazione
, utile quindi per addentrarsi più agevolmente
nel «territorio rigoglioso ed intricato» di questa complessa opera e per rinve-
nire in essa «gli sparsi e semisepolti tesori vichiani» (p. 132). Nella conferen-
za-articolo del 1957 Betti rifiuta anzitutto «l’erronea caratterizzazione della
Scienza nuova
come ‘filosofia della storia’» (p. 133). Le origini della filosofia
della storia, secondo Betti, risalgono ad Herder e non a Vico. La
Scienza nuo-
va
, piuttosto, costituisce un sistema di
hermeneutica historiae
. I cardini
dell’ermeneutica vichiana sono rinvenibili nelle sezioni seconda, terza e quarta
del
Libro primo
della
Scienza nuova
(del 1744), dedicate rispettivamente a
De-
gli Elementi
,
De’
Principi
e
Del Metodo
. Queste sezioni costituiscono, per il
giurista di Camerino, la parte «epistemologica» (o «gnoseologica») e la parte
«metodologica» del sistema vichiano di
hermeneutica historiae
(p. 221).
Per una migliore comprensione del modo in cui operano, secondo Betti, i
due principi fondamentali dell’epistemologia ermeneutica formulati da Vico
nei capoversi 331 e 333 del suo capolavoro, Piccini si rifà, in maniera molto
opportuna ed intelligente, al noto saggio su Vico di Pietro Piovani
Ex legisla-
zione philosophia
(in
Studi in onore di Emilio Betti
, Milano, Giuffrè, 1962, vol.
I, pp. 389-428), dedicato proprio a Betti in occasione dei festeggiamenti per il
suo quarantacinquesimo anno di insegnamento. In questo saggio, l’insigne
studioso vichiano descrive la nascita del concetto universale nella filosofia di
Socrate (e poi di Platone) attraverso un processo che ha le sue radici nella di-
mensione politica, legislativa, dei padri delle nazioni. Si tratta, in altri termini,
del processo, descritto emblematicamente da Vico nel capoverso 1040 della
Scienza nuova
. Ora, il metodo tecnico morfologico di Betti va letto proprio
come una ricostruzione retrospettiva di questo processo, vale a dire nella «di-
rezione
ex philosophia legislatio
», ovvero «dalle categorie giuridiche universali
e dagli schemi ideal-tipici alla comprensione dei fatti particolari della storia
del diritto» (p. 156). In altri termini, mentre il processo e
x legislazione philo-
sophia
, centrale nel pensiero di Vico, consiste nel raccogliersi degli uomini del
passato «attorno ad ideali comuni e comuni verità che progressivamente di-
ventano leggi, istituti, diritto, ed infine categorie ed universali filosofici (fino a
giungere alla dottrina delle idee di Platone)» (
ibid
.), il cuore dell’ermeneutica
bettiana, invece, risiede nell’inversione di quel processo, ossia nel percorso
che va dalle categorie giuridiche astratte agli eventi storici particolari (appun-
1...,171,172,173,174,175,176,177,178,179,180 182,183,184,185,186,187,188,189,190,191,...236