RECENSIONI
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metodologia ermeneutica, il principio fondamentale di provenienza vichiana è
costituito dalla pratica ermeneutica dell’interpretazione tecnica in funzione
storica, riguardo al quale Betti si ispira non solo a Schleiermacher e a Dro-
ysen, ma anche e significativamente alle «pruove filologiche» elencate da Vico
alla fine della sezione quarta del
Libro primo
della
Scienza nuova
(«Del Meto-
do»). Tra le «pruove filologiche» spicca per importanza la sesta, con la quale
Vico «esaltava l’utilità, se rettamente adoperate, delle sparse testimonianze
del passato che ricomposte in un quadro di senso coerente possono efficace-
mente illuminare le zone oscure dell’infanzia dell’umanità» (p. 263). In questa
«pruova» Betti riconosce una «formulazione del canone ermeneutico della
totalità» (p. 264), che costituisce l’ulteriore principio fondamentale su cui si
basa la dimensione metodologica dell’ermeneutica. Al di là di un diretto rife-
rimento alla sua concezione ermeneutica, Betti, poi, si riferisce esplicitamente
a Vico per esaltarne l’elevata «sensibilità filologica» (p. 273), che lo ha con-
dotto a svelare, «con secoli di anticipo, i grandi misteri dello sviluppo del-
l’umanità illuminandone le oscure origini» (
ibid
.) – è il caso dell’interpreta-
zione dei
monstra
della legge delle XII Tavole – e a valorizzare «anche l’origi-
nalità del genio dei popoli, educando gli studiosi al rispetto della differenza e
dell’individualità» (
ibid
.).
Alla luce dell’intima relazione tra la meditazione bettiana del pensiero di
Vico e lo sviluppo del pensiero ermeneutico del giurista di Camerino che il
suo studio ha tentato di mettere in luce, Piccini si chiede, in conclusione, se si
possa parlare «della
Teoria generale della interpretazione
di Betti come di un
‘ricorso’ della
Scienza nuova
di Vico» (pp. 279-280). Secondo l’A. è possibile
rispondere affermativamente a questo interrogativo, a patto, però, che si in-
tenda il ricorso non come l’«‘eterno ritorno dell’identico’ proposto da Nie-
tzsche» (p. 280), ma come una ripresa (da parte di Betti) «a mo’ di spirale»
dei «principi e delle metodologie della
Scienza nuova
» (
ibid
.), nel senso, cioè,
di «un’originale riattualizzazione della
Scienza nuova
[…] in funzione di una
teoria generale ermeneutica» (
ibid
.).
Va rilevato, infine, che il volume risulta corredato di un’ordinata e com-
pleta bibliografia (pp. 283-304) che distingue in differenti sezioni gli scritti di
e su Vico e Betti e gli altri contributi utilizzati.
A
NGELO
C
UNTRERI
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