RECENSIONI
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il
De monarchia
è un’opera proibita dalla Santa Sede e che fu pubblicata ed
ebbe fortuna soprattutto nel mondo protestante. È un altro esempio della di-
sinvoltura con cui Gravina si giova di testi anticattolici per rafforzare l’anemi-
ca cultura italiana, dissanguata dalla censura controriformistica, magari per
difendere paradossalmente il dominio temporale dei Papi. Ebbe inizio così
quel recupero di Dante, che Vico portò avanti dietro lo schermo del primiti-
vismo, di cui si servì per contrabbandare le sue idee sospette di eresia. In ogni
caso, Gravina continua la tattica del cerchio e della botte, tipica degli scrittori
che hanno la disgrazia di vivere in regimi dittatoriali, come la Roma dei Papi,
l’Italia fascista, la Germania di Hitler o la Russia Sovietica. Forse non gli sa-
rebbe dispiaciuto di vivere in Olanda o in Inghilterra, dove la sovranità popo-
lare era molto più sviluppata che in altre parti d’Europa. Questo era perlo-
meno quanto sospettava Lodovico Sergardi, visto che gli affibbiò il nomigno-
lo di Filodemo. Ma Gravina sapeva scrollarsi di dosso le accuse dei malevoli,
prodigandosi in sperticati elogi del Papato, senza accorgersi che facevano a
pugni con le sue scelte intellettuali. Più benevolmente, Lomonaco afferma che
Gravina segue il realismo politico di Tacito, di cui condivide «la diffidenza
per la rozza
multitudo
e la denuncia dei due opposti ma analoghi mali della
vita civile (
tirannide e anarchia
)» (p. 174). Ma Tacito propose ai romani servi e
corrotti i Germani liberi e onesti, che dovevano diventare un mito protestan-
te, di cui Vico si servì per alimentare il suo primitivismo, che fa pensare ad
una sorta di
anxiety of influence
nei confronti di Gravina. Come ogni libro
originale, questo di Lomonaco si impone alla nostra attenzione non solo per i
problemi che risolve, ma anche per quelli che pone, e costituirà per molti anni
un passaggio obbligato degli studi sul Settecento italiano.
G
USTAVO
C
OST
A
B
ENEDETTO
C
ROCE
,
Scritti su Francesco De Sanctis
, 2 voll., a cura di T. Ta-
gliaferri e F. Tessitore, Napoli, Giannini, 2007, pp.
CCCXVI
-628;
Teoria e sto-
ria della storiografia
, a cura di E. Massimilla e T. Tagliaferri, con una «Nota al
testo» di F. Tessitore, Napoli, Bibliopolis, 2007, pp. 554.
Recentemente sono apparsi due importanti testi crociani curati da studiosi
che, per i loro percorsi di ricerca, si richiamano allo storicismo critico-pro-
blematico della scuola napoletana. All’interno del progetto della «Edizione
nazionale delle opere di Benedetto Croce» è stato riedito
Teoria e storia della
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