AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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né il dubbio cartesiano, che necessita
della certezza nel mondo esterno come
proprio retaggio, né l’Io trascendentale,
che è costruzione teoretica successiva ri-
spetto alla sapienza poetica vigente in
origine. Non solo: una posizione filosofi-
ca, come quella di Vico e di Wittgenstein,
che individua nell’azione pratica la pri-
migenia fonte della semantica del lin-
guaggio, non può essere definita pra-
gmatista, dal momento che nella condi-
zione originaria dell’umanità non si era
ancora consumata la differenziazione fra
teoria e prassi.
[R. D.]
5.
B
ERTOLO
Angelo,
Fertilità e pro-
gresso
, Pasian di Prato, Campanotto,
2007, pp. 141.
Il volume, in edizione bilingue italiana
e inglese con presentazione di Carlo Casini,
presidente del Movimento per la Vita, rac-
coglie diversi saggi di storia e analisi demo-
grafica, nei quali si agita in sostanza una
semplice idea: «L’umanità progredisce
quando il tasso di natalità è alto; non pro-
gredisce, ma regredisce, si avvia verso la sua
decadenza ed estinzione, quando il tasso di
natalità è basso» (p. 16 e
passim
). A questa
semplice idea si accompagna talvolta il ri-
chiamo al pensiero di Vico, in un’altra
semplice idea, che così si riassume: «Ad
ogni inizio di un corso o un ricorso storico,
insieme con la creazione di poesia e di reli-
gione prima (rafforzamento del senso mo-
rale e religioso) e di filosofia poi, noi no-
tiamo un vivace incremento della popola-
zione. Al contrario, alla fine del ciclo, con la
decadenza della civiltà, abbiamo anche la
decadenza dei costumi, del senso morale e
religioso, e anche una decadenza demogra-
fica. Quest’ultima affermazione Vico non la
esprime chiaramente. Noi oggi abbiamo
maggiori informazioni a nostra disposizione
rispetto al tempo di Vico, e io mi sono per-
messo questa piccola sottolineatura e que-
sta piccola licenza» (p. 61). Di fronte a que-
ste semplici idee, allo studioso che legge
vengono alla memoria uno o due detti di
Einstein – specialmente quello che invitava
a fare le cose quanto più semplici possibile,
non però più semplici.
[L. P. C.]
6. B
IONDI
Moisé,
Tradizione volgare
.
Il
mito in Giambattista Vico
, Genova, E-
CIG, 2006, pp. 221.
L’A., che ha studiato in Brasile, dove è
nato, completando però i suoi studi uni-
versitari in Italia (e il presente scritto ela-
bora la tesi di dottorato discussa nel no-
stro Paese) afferma in una «Premessa Me-
todologica», di «proporre una prospettiva
certamente rara», quella di «presentare il
ruolo del vero nella
Scienza nuova
, di ri-
solverne le maggiori difficoltà e di mo-
strarne, in ultimo, il valore esistenziale per
il suo legame con la ricostruzione del-
l’umanità» (p. 22). Per attuare questo pro-
getto, Biondi offre una serie di ‘punti
d’appoggio’, il primo dei quali è «una
consultazione dei più importanti database
di bibliografie in filosofia, come il Réper-
toire bibliographique de la philosophie di
Lovanio, il Philosopher’s Index di Bo-
wling Green e, nel caso di Vico, il catalo-
go della biblioteca del Centro di studi vi-
chiani di Napoli (sic)» (p. 17).
Il lavoro in realtà si inserisce nel sol-
co di una più che consolidata tradizione
cattolica (gli autori di riferimento sono
Chiocchetti, Amerio, Del Noce, Vassal-
lo, Cruz Cruz, Botturi, Galeazzi e Livi),
rispetto alla quale tuttavia l’A. non solo
non offre elementi di novità, ma coglie
solo quei tratti che portano, come pure
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