AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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nel caso di molte letture vichiane ideali-
ste e marxiste, a rendere le posizioni so-
stenute sclerotizzate, se non caricaturali.
Di affermazioni come quelle secondo
cui, per Vico, «il parlante umano, in de-
finitiva, deve soltanto rifare e riferire la
parola vera, che appartiene solo al Ver-
bo» (p. 192), o «la tesi di Vico consiste
nella presupposizione e nell’affermazio-
ne di un livello trascendentale di natura
essenziale, e non solo logica» (p. 198), si
potrebbe semplicemente prendere atto;
ma trovarne altre come quella, emble-
matica, secondo cui «in ogni cultura esi-
stono due livelli: quello delle idee au-
tenticamente tradizionali perché radica-
te nel vero, e quello delle (non-) idee
non attribuite alla Sapienza primordiale
[…], idee che hanno un’origine radi-
calmente umana» (p. 202), genera nel
lettore la percezione di una difformità
di discorso rispetto a cui il dissenso si fa
metodologico.
Una lettura di tipo ideologico, sulla
quale si può dissentire, ma che va rispetta-
ta, deve rimanere saldamente ancorata allo
spirito che la anima, sostenendo anche le
contraddizioni che vi entrano in conflitto;
altrimenti non regge alla prova. Provvi-
denzialmente, viene da dire, come in que-
sto caso. Probabilmente l’esile dimostra-
zione di tesi nell’ambito di una storiogra-
fia su Vico di matrice cattolica, che meri-
terebbe una nuova, più disinvolta e con-
vincente stagione, è minata alla base pro-
prio da quel dichiarato – e non mantenuto
– proposito di mantenersi aggiornati. Pos-
sibile che si parli del «Catalogo della bi-
blioteca del Centro di studi vichiani» e si
ignorino le bibliografie che ogni cinque
anni questo Istituto ha pubblicato (l’ulti-
mo aggiornamento è quello del
Sesto con-
tributo alla
Bibliografia vichiana. 1996-
2000
, a cura di M. Martirano, Napoli,
Guida, 2002), dunque molto prima della
pubblicazione del presente saggio? Possi-
bile che vengano ignorati contributi speci-
fici sui temi trattati come i volumi di Pa-
tella e di Sanna? Possibile non conoscere
gli atti di un importante convegno svoltosi
a Napoli nel maggio 2002 e dedicato a
Il
sapere poetico e gli universali fantastici
,
pubblicati sempre presso l’editore Guida
nello stesso anno? Possibile ignorare che
le
Epistole
di Vico sono edite nell’ambito
del progetto di edizione critica del Centro
di Studi Vichiani, a cura di M. Sanna
(Napoli, Morano, 1993), della cui com-
plessiva operazione editoriale l’A. peraltro
si dichiara a conoscenza?
Negli ultimi anni abbiamo registrato
un crescente interesse della cultura brasi-
liana nei confronti di Vico (vedi, su questo
«Bollettino» XXXIV, 2004, pp. 255-268,
il
Primo commento critico dei lavori su Vi-
co nella cultura brasiliana
di Humberto
Guido), per cui non esiste più un dubbio
di disinformazione extraeuropea. È chiaro
invece che con le vistose lacune accumula-
te, l’A. si senta legittimato a sostenere che
«Vico è abbastanza dimenticato nel suo
stesso paese (sic)» e che «non a caso la
summenzionata consultazione dei databa-
se in filosofia ci dà l’impressione di un cer-
to calo di interesse per il Nostro, soprat-
tutto a partire dagli anni ’80 del ventesimo
secolo» (p. 18).
Al relatore della tesi di dottorato e a chi
ne ha seguito il ‘rifacimento’, l’invito a
trarre le dovute conclusioni.
[A. S.]
7. B
RUNO
Francesco,
Giambattista Vi-
co e le favole poetiche
, con una
Nota
di
Elio Bruno, a cura di F. D’Episcopo, Na-
poli, Guida, 2007, pp. 95.
Si tratta della ristampa del saggio cri-
tico di Francesco Bruno pubblicato nel
1984, come spiega Elio Bruno nella
Nota
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