AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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Vico o Hegel, Croce ha dedicato tante
cure e tanta costante attenzione come a
De Sanctis» (p.
XIII
). Di fatto la presenza
di Vico è percepibile, anche quando
spesso la si legge sullo sfondo, in molti
dei saggi, e l’evocazione del filosofo del-
la
Scienza nuova
è spesso legata al ram-
marico per l’incapacità tutta italiana di
non aver saputo formare «una scuola o
un indirizzo» (p. 94) al suo seguito:
«Noi italiani avevamo avuto, sin da due
secoli fa, in Giambattista Vico un filoso-
fo che aveva posto recisamente la diffe-
renza tra
filosofia
e
filologia
: germe pre-
zioso che non sapemmo per virtù nostra
fecondare» (p. 20). Così Croce lamenta-
va ne
La critica letteraria
del 1896, attri-
buendo soprattutto alla filosofia tedesca
una particolare attenzione verso quel
suo famoso compatriota, «quel romanti-
co tedesco nato a Napoli un secolo pri-
ma del moto romantico» (p. 246), cioè
di quell’aspetto del romanticismo che
privilegiava la riscoperta del valore della
poesia, di quel vichiano linguaggio fatto
di canto e poesia. Che, al di là di possi-
bili fraintendimenti dai quali pure De
Sanctis metteva in guardia, «fa opera
non già di critico d’arte, ma di storico
della civiltà: Achille artisticamente è A-
chille, e non la
forza
o altra astrazione»
(p. 177): ‘critica inconscia dell’hegeli-
smo’, come Croce la chiama, rivolta a
negare, desanctisianamente, la presenza
del
concetto
nell’arte, nella quale si ma-
nifesta solo e unicamente la
forma
.
Sul volume si veda anche la Recensio-
ne in questo «Bollettino».
[M. S.]
15. E
MUNDTS
Dina,
Die Ordnung der
Geschichte. Gemeinsamkeiten in den Ge-
schichtsphilosophien von Vico und Hegel
,
in
Der Gedanke. Sieben Studien zu den
deutsch-italienischen Beziehungen in Philo-
sophie und Kunst
, hrsg. v. W. Kaltenba-
cher,
Würzburg, Königshausen & Neu-
mann, 2004, pp. 37-71.
Il saggio fa parte di un volume intera-
mente dedicato ai rapporti italo-germanici
promosso dall’Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici in occasione della mostra
«Neapolis – Philosophie in Deutschland
und Italien» tenutasi alla Freie Universität
di Berlino nell’estate del 1998. Con il tito-
lo «Der Gedanke» si allude alla omonima
rivista ottocentesca che pubblicò le
Lette-
re sulla filosofia italiana
nella quale Theo-
dor Sträter esponeva resoconti sulla vita
filosofica napoletana, e che sono ripubbli-
cate in appendice al presente volume.
Nell’affrontare il concetto di storia in
Vico e Hegel, l’A. avverte preliminarmen-
te che non intende sostenere una confor-
mità («Übereinstimmung») tra i due filo-
sofi, ma preferisce piuttosto parlare di
«punti di contatto» (p. 39) in senso meta-
forico, visto che il secondo con ogni pro-
babilità non ha mai recepito il primo. La
tesi di fondo è che alla base della conce-
zione della storia vi sia un concetto unita-
rio della ragione, e che tanto Vico quanto
Hegel sviluppino la loro filosofia della sto-
ria attraverso un superamento della gno-
seologia precedente. Di qui la possibilità,
secondo l’A., di tracciare un parallelo fra
la critica vichiana a Cartesio e quella hege-
liana a Kant. Laddove Hegel tenta di su-
perare il dualismo kantiano tra ‘apparen-
za’ e ‘cosa in sé’, nonché la separazione tra
ragione pratica e ragione teoretica attra-
verso un’ idea unitaria della storia, il pri-
mo Vico parte da una critica e un supe-
ramento della gnoseologia cartesiana. In
particolare, nel
Liber metaphysicus
il filo-
sofo napoletano espone la sua critica af-
fiancando alla facoltà analitica del cono-
scere una facoltà sintetica. Se questa for-
ma di conoscenza produttiva si realizza
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