AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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comune, «categoría que ha de entendere-
se come el trasfondo proprio a toda la
humanidad, enraizado en la naturalezza
humana, que se descrube y rastrema de-
sde diferentes perspectivas y diversos
puntos» (p. 180). Poiché ogni cultura si
sviluppa con modalità proprie, la
pene-
trazione immaginativa
del metodo storico
di Vico consente di ricostruire il passato
senza cedere alla tentazione dell’anacro-
nistica comparazione, secondo i nostri
modelli, dei modi di vita e di pensiero,
delle creazioni artistiche e delle istituzio-
ni di società e culture lontane nello spa-
zio e nel tempo.
[R. M.]
19.
G
ARZIA
Mino,
Il
verum-factum
prima di Vico. Da Martin Sanudo a Marti-
no Martini. Alle origini dell’indagine socio-
logica
, in «Studi trentini di Scienze stori-
che. Sezione prima» LXXXIII (2004) 2,
pp. 181-211.
L’A. affronta il problema delle origini
della sociologia individuando «una precisa
tradizione di ricerca, tutta italiana, che dal
dodicesimo secolo arriva fino alla fine del-
la seconda guerra mondiale» (p. 181), di
cui colloca il culmine nella concettulizza-
zione vichiana del
verum/certum
e rico-
struisce i precedenti a partire dal 1300
circa, allorché riscontra, nella figura di
Martin Sanudo il Vecchio, il declinarsi
delle nascenti scienze dello Stato in dire-
zione di un interesse di ordine scientifico-
conoscitivo per la ricostruzione generale e
l’analisi comparativa della vita politica e
civile delle nazioni. All’interno di questa
tradizione sottolinea l’importanza del con-
tributo di Martino Martini, il gesuita tren-
tino missionario in Cina per dieci anni alla
metà del Seicento e protagonista di una
delle prime e più importanti opere di di-
vulgazione della geografia, della storia e
della cultura cinese in Occidente. In parti-
colare nella
Sinicae Historiae Decas Prima
(Monaco, 1658), che rappresenta il primo
trattato di storia cinese antica apparso in
Europa, Martini avrebbe precorso Vico
«nell’opinione che i miti siano un tutt’uno
con la realtà storica» (p. 200) e, più in ge-
nerale, nell’attenzione prestata agli aspetti
socio-antropologici, rilevabile anche negli
argomenti con cui difese il carattere mora-
le e non prettamente religioso del confu-
cianesimo in occasione della
querelle
dei
riti cinesi.
[D. A.]
20. G
ESSA
K
UROTSCHKA
Vanna,
Etica
,
Napoli, Guida, 2006, pp. 211.
Il libro prende posto nella collana
«Parole chiave della filosofia», di nascita
recente, ma con numerosi volumi già al
suo attivo. Della collana mostra in tutta
evidenza gli intenti, ricostruendo la storia
del concetto di
etica
attraverso un percor-
so selettivo e per questo fortemente incisi-
vo. Prima, fondamentale scelta dell’A. è
quella di affrontare questo concetto cru-
ciale seguendo le tracce della ricerca del
pensiero antico sulla pratica della
vita buo-
na
, su tutto ciò che partecipa a coltivare la
peculiarità e l’‘eccellenza’ della vita uma-
na. Gessa Kurotschka tralascia tutte le
attuali coniugazioni di un’etica ‘applicata’,
nella persuasione che proprio questa ac-
cezione pratica di etica possa essere la più
funzionale ad affrontare i problemi del
nostro tempo. Prende dunque le mosse, in
modo originale e fecondo, dal nesso tra
etica e poesia, individuandone l’azione
dalle prime, straordinarie formulazioni
dell’antichità – in cui un posto d’ecce-
zione spetta all’etica della tragedia
fino
alla contemporaneità più prossima e diso-
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