AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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rientante, in cui, ancora e più fortemente
che mai, le scelte pratiche coinvolgono la
definizione stessa di umanità. Sono le in-
terrogazioni e le soluzioni di Hannah A-
rendt ad offrire possibili vie d’uscita, e di
lettura, alle «questioni più difficili» del-
l’oggi, e a concludere queste pagine. Ed è
qui che il pensiero di Vico trova posto; la
Arendt ne riconobbe il tratto rilevante
nella ricerca sull’agire umano,
poietico
e
trasformativo, ricerca che può ‘soccorrere’
di fronte ai problemi suscitati dall’uso del-
la tecnica, ultimo degli artifici umani, che
all’estremo trasforma l’uomo stesso e il
suo mondo.
[M. R.]
21. G
RAU
Ferran, recensione a G. V
I-
CO
,
Obras II. Ret
ό
rica [Instituciones de
Oratoria]
(tr. esp. di F. J. Navarro Gómez,
Barcelona, Anthropos, 2004), in «Studia
Philologica Valentina» VIII (2005) 5, pp.
263-268.
22.
H
OWARD
Thomas A.,
Vico or
Nietzsche?
recensione a R. C. M
INER
,
G.
Vico: Genealogist of Modernity
(Notre
Dame, University of Notre Dame P.,
2002), in «The Free Library», 2005, 1
(
)
23. H
URD
Robert,
‘What the Thunder
Says’: Primitivism, Vico, Molly Bloom
, in
«James Joyce Quarterly» XLI (2004) 4,
pp. 767-788.
Nell’intento di evidenziare da un lato
la partecipazione di Joyce all’interesse per
il primitivismo che caratterizzò fortemente
la cultura del suo tempo, dall’altra i motivi
della sottovalutazione di tale aspetto del-
l’esperienza joyciana da parte della critica,
l’A. propone che entrambe le questioni
possano essere impostate «by reevaluating
his engagement with the thought of Giam-
battista Vico» e afferma che gli studiosi
che fin qui hanno esaminato i riferimenti
dello scrittore irlandese alla filosofia della
storia vichiana, privilegiando l’analisi del
Finnegan’s Wake
rispetto a quella del-
l’
Ulysses
, «have failed to examine his ap-
propriation of the philosopher’s primiti-
vist tendencies, particularly in the way it
informs his careful construction of Molly
Bloom» (p. 767). Dalle sue riflessioni su
Vico, Joyce avrebbe mutuato una declina-
zione del primitivismo interessata fonda-
mentalmente all’indagine sulle origini del-
la civiltà occidentale, collocandosi così al
di fuori del filone principale che parte dai
philosophes
per arrivare a Picasso e a La-
wrence, teso piuttosto all’osservazione, in
chiave generalmente eurocentrica, dei po-
poli ‘nativi’.
Il personaggio di Molly, al centro della
sua discussione, incarna secondo Hurd
molte caratteristiche della vichiana età
degli dèi, poiché Joyce attribuisce ad esso
funzioni ermeneutiche ed espressive che,
«like Vico’s primitives, privilege concrete
particulars over abstracts universals» (p.
776). All’immaginazione ‘primitiva’, ‘irra-
zionale’, ‘divina’ del protagonista femmi-
nile si contrappone la ‘razionalità umana’
di Bloom e di Stephen, non senza che
quest’ultimo manifesti, di fronte al rumore
del tuono, una reazione simile a quella di
lei, modellata sul tema vichiano del pas-
saggio dall’erramento ferino all’istituzione
del matrimonio e della religione.
Ma se Molly incarna la tendenza del-
l’umanità primitiva ad emergere dalla
‘barbarie del senso’, e quindi costituisce
«the positive beginnings of the journey of
human thought», Stephen rappresenta
«the tendency of intellectualism to fold
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