AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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traggioso anacronismo […]: ‘è evidente
che Vico era un lettore di Lacan’»), di e-
laborazioni della figura retorica del chia-
smo, e altro ancora. Tutto questo nella ri-
vendicazione che «la pretesa territoriale
dei filosofi su Vico ha isolato questo pen-
satore per oltre duecento anni di studi». E
in effetti lo studioso filosofico appena fa-
miliare con Vico non può negare un certo
spaesamento di fronte a questa violazione
di diritti territoriali: dalle imprecisioni sto-
riche («Lodoli era così entusiasta dell’ope-
ra di Vico da essere disposto ad assumersi
le spese dell’edizione della
Scienza nuova
del 1744»), al
divertissement
sulla com-
mestibilità della «pizza di pomodoro» co-
me esempio del ‘naturale’ anticartesiane-
simo napoletano e vichiano… Quei diritti
territoriali in fondo lo studioso filosofico
li riterrebbe, più ancora che propri, di
spettanza di Vico medesimo; al tempo
stesso però non potrebbe nascondersi
l’evidenza che di fronte ad apparati inter-
pretativi di tal fatta irrigidirsi in difesa è
inutile, potendosi semmai sperare che,
come talvolta accade, l’incontro fra saperi
diversi si riveli fecondo proprio grazie a
equivoci e malintesi.
[L. P. C.]
27.
‘Nel lume di questa grande, bella e
gentil città d’Italia’. La Napoli vichiana
,
Catalogo della Mostra, a cura di M. G. de
Ruggiero, Napoli, Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici, Arte Tipografica, 2007,
pp. 83.
Cataloghi di questo genere destano
specifico interesse non solo nell’ambito
dell’arte figurativa, ma anche in quello
della storia della fortuna del filosofo napo-
letano, incrementando bibliografia, do-
cumentando tempi, luoghi e modalità di
fruizione delle immagini legate a Vico e a
Napoli. Quel che emerge in maniera mol-
to vivida è di certo la cultura filosofica
napoletana nella seconda metà del secolo
XVIII, vale a dire i luoghi e i tempi di Vi-
co. E lo fa tenendo in giusto conto il pa-
trimonio iconografico di incisioni, ritratti,
medaglie, busti e monumenti offerti dai
contributi editi dall’Istituto (in particolare
il riferimento è al
Nuovo contributo all’ico-
nografia vichiana,
a cura di F. Lomonaco,
negli «Studi vichiani» del 1993), dal mo-
mento che il tema del ritratto vichiano
viene affrontato in uno specifico capitolo.
Il lavoro, che tra l’altro presenta un si-
curo equilibrio tra le parti e le sezioni
tra il percorso più specificamente biogra-
fico e il percorso storico
deve il suo tito-
lo alla citazione dalla lettera del 1725 che
Vico scrive a Gherardo degli Angioli, e «si
iscrive nei cento anni di storia che vanno
dal 1647, segnato dalla Rivoluzione di
Masaniello, al 1747, anno della abolizione,
a Napoli, del tribunale della Santa Inqui-
sizione» (p. 9). Attenzione particolare e in
fondo inusitata viene dedicata all’esercizio
della giustizia a Napoli e ai riti della pena
di morte (pp. 35-40), alla quale Vico do-
vette assistere spesso – ci ricorda la cura-
trice – «nelle sue camminate quotidiane
nel centro storico». L’ultima parte, intito-
lata
I luoghi vichiani
, ci mostra fotografie
attuali di L. Pari che ci mostrano significa-
tivi scorci napoletani.
Bello anche il contributo che viene of-
ferto allo studio della bibliografia materia-
le con una breve sintesi tematica di un
percorso «Tra editori, stampatori e librai»
(pp. 53-60).
[M. S.]
28. M
ARTINA
Rossella,
Croce giornali-
sta. Dal
«
biennio rosso
»
all’antifascismo
,
Napoli, Editoriale scientifica, 2005, pp.
390.
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