AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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A partire dalle riflessioni di Nietszche
e Heidegger sulla tecnicizzazione e l’alie-
nazione della società occidentale contem-
poranea, l’A. indica nell’umanesimo vi-
chiano il punto di partenza per una rifles-
sione critica sulla modernità in grado di
valorizzare le scienze umane contro lo
scientismo imperante. Secondo l’A., la
critica di Vico al razionalismo si riassume
nel rifiuto del formalismo logico delle ‘ve-
rità prime’ cartesiane cui Vico oppone
l’ingegno, la fantasia, il pensiero metafori-
co e analogico che partecipano della ori-
ginaria essenza dell’essere umano. Nel
riprendere le tesi di Ernesto Grassi sulla
funzione filosofica della topica e del rap-
porto tra esperienza estetica ed umanesi-
mo, l’A. sottolinea come per Vico l’espe-
rienza estetica altro non sia che l’attività
ingegnosa e fantastica attraverso cui l’uo-
mo costruisce il suo mondo adattando la
natura a se stesso.
[R. M.]
33.
R
OBICHAUD
Paul,
Joyce, Vico and
national narrative
, in «James Joyce Quar-
terly» XLI (2003) 1-2, pp. 185-196.
Accanto alla correlazione convenzio-
nalmente riconosciuta fra la struttura non
lineare del
Finnegans’ Wake
e la conce-
zione dei cicli storici espressa nella
Scienza
nuova
, l’A. individua un nesso fra l’atteg-
giamento dello scrittore irlandese nei con-
fronti della narrativa nazionale e la sus-
sunzione delle specificità delle singole na-
zioni all’interno del medesimo quadro del-
la ‘storia ideale eterna’ operata dal filosofo
napoletano. In quest’ottica, attribuisce un
ruolo centrale al concetto di
figura
che, ri-
pete due volte a poche pagine di distanza,
rappresenta «an important though neglec-
ted background in Vico’s and Joyce’s con-
struction of narrative» (pp. 185 e 190). La
concezione teleologica della storia secon-
do cui un evento acquista senso in quanto
è figura di un altro che ne rappresenta il
compimento, posta in crisi dalla teoria ci-
clica di Vico sarebbe stata poi spazzata via
dalla joyceiana «parodic figuration» (p.
191) che Robichaud accosta agli universali
fantastici. L’esplorazione della storia irlan-
dese presentata nel
Finnegans’ Wake
col-
loca così un’esperienza nazionale nel qua-
dro di una concezione storiografica che ri-
conosce modelli e ripetizioni come ele-
menti costitutivi «while rejecting determi-
nistic readings of the past that either con-
demn the world to inescapable historical
recurrence or else seek the fulfilment of
history in the temporal present» (p. 194).
[D. A.]
34. S
ÁNCHEZ
M
ADRID
Nuria:
La histo-
ria de la Razón y la arqueología del saber
en la Scienza nuova de G. B. Vico
, in «Cua-
dernos de Filología Italiana» X (2003),
pp. 97-118.
L’ A. esamina qui due tra le principali
tesi interpretative dell’opera vichiana: da
una parte, quella delle radici poetiche del-
la parola e del sapere e dunque del fon-
damento poetico del linguaggio e della
storia; dall’altra, la rivendicazione vichiana
della topica contro l’analisi e la critica.
Emerge dunque come nella
Scienza nuova
si affronti il problema filosofico della ra-
gione «mediante una hermenéutica abier-
tamente anticartesiana y antijansenista»
(p. 99). Nella sua analisi, l’A. prende in
esame la
Scienza nuova
, il
De ratione
e il
De antiquissima
, e tiene particolarmente
conto delle interpretazioni di Auerbach,
Gadamer, Wohlfart, Mooney, Battistini,
Vasoli, Berlin e Liebrucks (ma la biblio-
grafia che conclude l’articolo è più ricca e
completa).
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