AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
221
All’analisi testuale si accompagna l’in-
tenzione di confrontare le tesi di Vico con
quelle di Hamann e di Herder (collocati
sulla scia del criticismo kantiano) e con
una riflessione conclusiva, meno sviluppata
– sul tema del logos poetico e della topica
all’origine della
polis
– che forse risente di
una analisi linguistica che non tiene in giu-
sto conto il problema del conflitto sociale
posto all’inizio della
polis
e della politica
nel corso storico delle nazioni, come so-
stenuto dal filosofo napoletano.
[J. M. B.]
35.
S
ANNA
Manuela,
Immaginazione
,
Napoli, Guida, 2007, pp. 109.
Anche questo volume va ad inserirsi
nella collana «Parole chiave della filoso-
fia» (vedi in questo
Avvisatore
la segnala-
zione di Gessa Kurotschka,
Etica
), e anche
qui le scelte di percorso permettono di
illuminare pieghe concettuali spesso rima-
ste nell’ombra. L’indagine sul concetto di
immaginazione
e sulle sue storiche meta-
morfosi conduce ad un affondo nell’arti-
colazione delle facoltà della mente. Facol-
media
per eccellenza, infatti, l’imma-
ginazione, sempre legata alla sua originaria
radice di produttrice di immagini, facoltà
rappresentativa di ciò che è assente, mo-
dula diversamente, nel corso della storia
del pensiero, il rapporto con la percezione
e la memoria, la prossimità all’intelletto.
Fondamentale in questo percorso la tappa
costituita dalla riflessione moderna, che
segna innanzitutto la netta e definitiva di-
stinzione dell’immaginazione dalla fanta-
sia, e che, all’interno di un generale, rivo-
luzionario ripensamento delle umane pos-
sibilità conoscitive, attribuisce all’immagi-
nazione un ruolo pienamente conoscitivo,
distinguendola al contempo nettamente
dall’intelletto. Densissima questa sezione
del libro, che restituisce i passi dell’inter-
rogazione del pensiero moderno intorno
alle variegate sfaccettature delle funzioni
della mente. Lungo questo cammino si in-
contra la riflessione vichiana che, grazie ad
ardite operazioni concettuali, assume tratti
di spiccata originalità. Innanzitutto il rap-
porto tra
immaginare
e
intendere
guada-
gna una fisionomia nuova perché colloca-
to all’interno di una ricerca sulle origini
dell’umanità. Il pensare per immagini è,
per Vico,
vis cognoscendi
propria di una
fase storica aurorale: la produzione di uni-
versali fantastici ne è la più grandiosa e-
spressione. Tale facoltà creativa, inventiva,
non si perde però del tutto nelle fasi suc-
cessive dell’evoluzione umana; l’immagi-
nare viene ad essere in qualche modo con-
naturato all’intendere, potenza creativa
del pensiero, e al pensiero indispensabile.
[M. R.]
36.
Per una storia del concetto di men-
te
, a cura di E. Canone, vol. II, Firenze,
Olschki, 2007, pp. 376.
Questo volume completa la pubblica-
zione degli Atti dei Seminari romani di
terminologia filosofica e storia delle idee
promossi dall’Istituto per il Lessico Intel-
lettuale Europeo del CNR. Nella sua pur
autonoma organizzazione tematica esso si
collega alla precedente silloge con l’obiet-
tivo comune di indicare alcuni momenti
rappresentativi del concetto di «mente».
In una storia che rifugge da ogni tentazio-
ne manualistica sono opportunamente
prevalsi libertà e pluralità di approcci a un
tema complesso (p.
X
) che accanto all’as-
senza di studi specifici su Bruno e Cam-
panella, Malebranche e Spinoza annovera
anche la mancanza di contributi critici su
pensatori meridionali come Gravina e Vi-
co, autonomamente interessati ai motivi di
1...,211,212,213,214,215,216,217,218,219,220 222,223,224,225,226,227,228,229,230,231,...236