SCIENZA SISTEMATICA E TECNOLOGIA EMPIRICA IN ANTONIO MINASI
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In particolare, l’articolo sulla meridiana della certosa di San Mar-
tino è un documento molto interessante per comprendere una tipica
dinamica di
Methodenstreit
nella Napoli del Settecento, nella fatti-
specie la controversia tra Antonio Minasi e Rocco Bovi da una parte e
il padre Giambattista della Torre dall’altra: controversia talmente rile-
vante, sia dal punto di vista gnomonico che da quello della matematica
applicata ai cicli solare e astrale, da meritare la dettagliata pubblica-
zione sul «Magazzino Toscano».
Per quanto attiene, invece, la materia zoologica e botanica, Minasi
sembra aver mutuato la propria scienza sistematica dal cugino Bovi –
linneano della prima ora – che a sua volta lo ha assorbito da Gaetano
Monti a Bologna: la citazione di Laura Bassi nel frontespizio del saggio
sul paguro ne fa fede.
Minasi è spirito ambizioso e inquieto. Desidera farsi conoscere nel-
la comunità scientifica e cercherà sempre un contatto diretto con Lin-
neo attraverso Jacob Jonas Björnståhl, orientalista svedese amico e cor-
rispondente di Linneo, in viaggio per l’Italia e residente anche a Napo-
li nel 1771. Björnståhl, generosamente, gli offrirà due volte questa op-
portunità inoltrando a Linneo due sue lettere. A lungo, tuttavia, en-
trambe le missive del frate domenicano verranno considerate perdute.
Un paio d’anni fa, però, grazie alle mie segnalazioni a partire da indizi
sparsi nella corispondenza minasiana, la collega Eva Nyström del-
l’ateneo di Uppsala le ha riportate alla luce. Da esse emerge un doppio
atteggiamento nell’approccio naturalistico di Minasi: da un lato la te-
stimonianza di un linneismo più retorico che sostanziale; dall’altro
l’idea che le scienze siano propedeutiche, o peggio ancora ancillari, alle
tecnologie.
Se la lettera a Linneo del 23 settembre 1771 è testimonianza forte
di questo atteggiamento meramente encomiastico verso Linneo, quella
precedente del 20 giugno dello stesso anno è uno spaccato davvero
emblematico dei variegati interessi tecnologici di questo studioso, e
pertanto merita di essere qui sintetizzata nei suoi punti fondamentali:
sono offerte alla sacra imperiale maestà di Catterina II, sovrana autocratrice di tutte le
Russie
, Napoli, s.i.t., 1780; I
D
.,
Memoria sui Testacei di Taranto classificati secondo il
sistema del Ch. Linneo
, s.l. e s.i.t. né data [ma 1782]. Le opere sono entrambe ufficial-
mente e comunemente attribuite all’arcivescovo di Taranto Giuseppe Capecelatro, ma
sono a tutti gli effetti di Minasi.
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