GINO L. DI MITRI
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ricognizioni sull’Etna e al convento di Soriano; incontrerà il diplomatico
con l’hobby dei vulcani William Hamilton; tornerà quindi a Taranto
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.
Il capitolo meridionale del linneismo in Italia è ancora tutto da esplo-
rare. Se consideriamo i protagonisti e i testimoni che entrarono in diret-
to contatto con Linneo o con i suoi ‘apostoli’ inviati nel Mediterraneo,
in poco più di trent’anni nel Regno di Napoli avvenne un cambiamento
radicale che investì tutta la ricerca naturalistica. Questa vicenda si in-
trecciò inesorabilmente con il sisma politico del 1799 e si chiuse, a se-
conda dei profili degli attori, in due distinti teatri: o sui palchi dei pati-
boli eretti dalla restaurazione, e fu questo il caso di Domenico Cirillo;
oppure nelle penombre della provincia accademica e ‘curiosa’, e ciò ac-
cadde ad Antonio Minasi. Quando si parla della repressione contro gli
intellettuali e gli scienziati compromessisi con la Repubblica Partenopea
bisognerebbe inoltre chiarire quale fu il ruolo delle
élites
presenti a Na-
poli negli anni immediatamente precedenti e successivi alla rivoluzione:
conoscere meglio, per esempio, le responsabilità di William Hamilton e
del suo
entourage
nell’assegnare indulgenze e salvacondotti. L’importan-
za di questi circoli operanti nella capitale si può comprendere alla luce
dei destini di alcuni di questi personaggi. La condanna a morte di Cirillo
fu inappellabile per essere stato, insieme all’ammiraglio Caracciolo, al
vertice del governo giacobino. Il vescovo Capecelatro, pavido collezioni-
sta di conchiglie, pur barcamenandosi senza ritegno tra il regime napo-
leonico e quello borbonico, fu graziato dal cardinale Ruffo che guidava
la controrivoluzione; forse in nome della comune condizione di presuli.
Minasi, invece, tornò a Scilla e qui intraprese a nome della sua munici-
palità una dura battaglia legale contro gli stessi Ruffo che vessavano la
comunità; ebbe partita vinta, ma poi cadde per sempre nell’oblio. Di-
versa e migliore fu la sorte di suo cugino Rocco Bovi, il quale viaggiò in
Inghilterra dove fu ospite degli Hamilton, a Parigi dove fu ricevuto da
Lalande, e nei Paesi Bassi. Cauto simpatizzante della monarchia murat-
tiana, riuscì a morire di vecchiaia nella sua cittadina nel 1831, come Mi-
nasi cui aveva legato le proprie sorti di studioso.
G
INO
L. D
I
M
ITRI
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Si vedano, di A. B
ARILARO
,
Conventi domenicani di Calabria
, Soriano Calabro,
1989, p. 122 e
San Domenico in Soriano
, Soriano Calabro, 1969, pp. 186-191. Sul-
l’incontro con Hamilton: W. H
AMILTON
,
Relation des derniers tremblemens de terre
arrivés en Calabre et en Sicile
, Gènève, P. Barde, 1784, p. 65.
1...,36,37,38,39,40,41,42,43,44,45 47,48,49,50,51,52,53,54,55,56,...236