ROBERTOMAZZOLA
58
che, come ha sottolineato Maurizio Torrini, invano cercheremmo nel-
l’opera dall’ambizioso carattere enciclopedico di Pietro De Martino
24
,
esponente di spicco della prima generazione di newtoniani napoletani.
Ma ampliando l’orizzonte al di là della manualistica ricordiamo l’edi-
zione napoletana del 1730 delle opere del medico inglese John Freind,
convinto sostenitore dell’applicazione della filosofia naturale newto-
niana alla medicina e alla chimica
25
, e l’opera del docente dell’ateneo
napoletano Giuseppe Marzocco, autore nel 1751 di un testo di chimica
interamente basato sulle attrazioni particellari newtoniane
26
. Ciò a in-
dicare come le peculiari caratteristiche della ricezione dell’opera di
Newton nei diversi ambiti disciplinari, e in particolare in una cultura
medica come quella napoletana da sempre percorsa da perplessità e re-
sistenze all’applicazione del metodo cartesiano alle nascenti scienze
della vita, sia un territorio ancora in gran parte inesplorato dagli studi
sulla ‘fortuna’ dello scienziato inglese. Lacuna che si fa più vistosa per
il crescente ruolo, nel corso del secolo, del sapere medico nella diffu-
sione degli ideali dell’illuminismo scientifico. Per nulla interessato alle
disquisizioni metafisiche Roseti richiama l’attenzione sugli interrogativi
sollevati dalla
Querie
30 che avevano aperto nuove e affascinanti pro-
spettive di ricerca anche per la scienza medica. Si tratta di uno sposta-
mento d’accento di non poco momento, considerato che solo un de-
cennio prima, sulla scia di Celestino Galiani, la Napoli colta aveva su-
bito il fascino dei seguaci del Newton ‘fisico-teologo’ della parte con-
24
Su Genovesi resta fondamentale il lavoro di P. Z
AMBELLI
,
La formazione filosofica
di Antonio Genovesi
, Napoli, 1972. Quanto al manuale del Musschenbroek, M. T
ORRINI
(
Introduzione
a A. G
ENOVESI
,
Dissertatio physico-historica de rerum origine et constituzio-
ne
, a cura di S. Bonechi-M.Torrini, Firenze, 2001) ha sottolineato che il manuale offriva
agli studiosi un più organico approccio alla fisica di Newton dopo che la prima gene-
razione di newtoniani napoletani si era formata su N. D
E
M
ARTINO
,
Elementa statices
,
Napoli, Mosca, 1727 e soprattutto su P. D
E
M
ARTINO
,
Phylosophiae naturalis institu-
tionum libri tres
, Napoli, Mosca, 1738. Cfr. E. G
ARIN
,
Antonio Genovesi storico della
scienza
, in I
D
.,
Dal Rinascimento all’Illuminismo
, Firenze, 1993, pp. 231-246.
25
J. F
REIND
,
Opera omnia
, Napoli, Mosca, 1730. Tra le opere dell’autore inglese
ristampate a Napoli ricordiamo i
Commentari
[…]
ad Hippocratis de morbis popularis
,
Napoli, Raimondi, 1758;
Praelectiones chymicae
, Napoli, Raimondi, 1758;
Historia
medicinae a Galeni tempore usque ad initium saeculi decimi sexti
, Napoli, Raimondi,
1758. Su Freind vedi J.
S. R
OWILINSON
,
John Freind: physician, chemist, Jacobite, and
friend of Voltaire’s
, in «Notes and records – Royal Society of London» VLI (2007) 2,
pp. 109-128.
26
G. M
ARZUCCO
,
Nova et Vera Chymiae Elementa
, Padova, Manfrè, 1751.
1...,48,49,50,51,52,53,54,55,56,57 59,60,61,62,63,64,65,66,67,68,...236