TRADIZIONE IPPOCRATICA E NUOVA SCIENZA
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mo dall’ospedale – la corona concorse con un misero dieci per cento –
fu portata a termine con sorprendente rapidità e la costruzione fu
pronta già nel 1763, giusto in tempo per accogliere i morti della spa-
ventosa epidemia dell’anno seguente
32
.
Ispirato a criteri di semplicità e funzionalità, il cimitero, detto delle
366 fosse, era una vera è propria macchina illuminista per lo smalti-
mento dei cadaveri
33
. Ancora oggi, ai lati dell’ingresso, due epigrafi di
Alessio Simmaco Mazzocchi ricordano la lungimiranza del re nel
sostenere l’edificazione del cimitero ‘
sub aperto coelo
’ per liberare la
città dal rischioso ammorbamento dell’aria prodotto dai cadaveri. Sul
marmo sono scolpiti anche i nomi dei potenti governatori dell’ospe-
dale, del celebre architetto, ma non quello dei medici che, come
Roseti, mettendosi al servizio della collettività con scienza e coscienza,
quell’opera di civiltà avevano contribuito a realizzare.
R
OBERTO
M
AZZOLA
massaria e quivi sollecitamente si cominci la fabbrica del camposanto affinché prima
de’ sopravegnenti caldi della state, come l’architetto asserisce, possano in alcune di
quelle sepolture che prima saranno costrutte, esser trasportati e seppeliti i detti ca-
daveri e così chiuder si possa la riferita piscina» (la deliberazione di Ferdinando IV è
cit. in R. M
ORMONE
,
Documenti sull’attività napoletana di Ferdinando
Fuga, in
Ferdi-
nando Fuga
, a cura di R. Pane, Napoli, 1956, p. 210).
32
R
AVICINI
,
o
p.
cit
., allegato 29.
33
P. G
IORDANO
,
Ferdinando Fuga a Napoli. L’Albergo dei Poveri, il Cimitero delle
366 fosse, i Granili
, Lecce, 1997. Sul dibattito italiano ed europeo sul cimitero illumi-
nista vedi il bel lavoro di G. T
OMASI
,
Per salvare i viventi: le origini settecentesche del
cimitero extraurbano
, Bologna, 2001.
1...,51,52,53,54,55,56,57,58,59,60 62,63,64,65,66,67,68,69,70,71,...236