ANTONIO BORRELLI
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li, vede chiaramente ciascuno, che non poteva co’ materiali d’un solo ridursi a
buon fine
13
.
E aggiungeva:
Debbo perciò render giustizia a moltissimi dotti amici e medici insigni, i
nomi de’ quali si troveranno in proprio luogo registrati, per la generosa cura
con cui han meco contribuito all’esecuzione del mio disegno, e si sono com-
piaciuti di assistermi con le loro osservazioni
14
.
Fra i numerosi scritti apparsi nell’occasione
15
, quello di Sarcone fu
l’unico ad avere un carattere collettivo. Sul piano metodologico, la
Istoria ragionata de’ mali
rifuggiva da quel tipo di medicina, ancora dif-
fusa, che intendeva «dedurre da’ casi particolari i principî d’un sistema
generale»
16
, in quanto la natura non seguiva nelle sue opere quella
«semplicità» a cui avrebbero voluto ridurla gli scienziati. Per evitare di
cadere negli errori che tale impostazione spesso aveva comportato,
bisognava battere un’altra strada, più lunga e difficile, che si basava su
un principio espresso da Sarcone con queste parole: «Il sapere degli
uomini non è sempre figlio del sistema. Il più che sappiamo è frutto di
dura sperienza»
17
. In fondo l’opera di Sarcone consolidò, nella capitale
e nelle province, l’ippocratismo della tradizione medica napoletana
18
.
Fin dall’uscita dell’
Istoria ragionata de’ mali
, al suo autore non man-
carono i detrattori; anzi è probabile che già durante la stesura del-
l’opera fossero circolate a Napoli le critiche di alcuni medici che, sulle
cause delle febbri, avevano posizioni diverse da quelle di Sarcone.
Tanto è vero che quest’ultimo aveva sentito il bisogno di precisare che
la medicina aveva, come le accademie artistiche, «i suoi pittori», ognu-
no dei quali, lavorando su un determinato «modello», credeva di aver-
lo «esattamente disegnato», mentre, in effetti, non lo «si trova[va] lo
13
Ivi, p. 27-28.
14
Ivi, p. 28.
15
Cfr. ivi, p. 134 nota 1.
16
Ivi, p. 4.
17
Ivi, p. 6.
18
Cfr. E.
D
E
A
NGELIS
-V.
G
AZZANIGA
,
Spunti di metodologia ippocratica nella
«Istoria ragionata dei mali osservati in Napoli nell’intero corso del 1764» di Michele
Sarcone
, in
I Congresso Internazionale della Società Italiana di Paleopatologia
(Chieti,
16-17 Ottobre 1995), in «Bollettino Italiano di Paleopatologia», 1996, 1, pp. 49-53.
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