ANTONIO BORRELLI
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Calabria. Nel paesino, «posto sopra una rupe» nei pressi di Paola e cir-
condato da «un suolo ricco di doni naturali», la popolazione, per
un’abitudine atavica e una mentalità difficile da cambiare, preferiva
dedicarsi esclusivamente alla pesca, trascurando i lavori, molto più
redditizi, legati all’agricoltura e alla pastorizia. Sarcone commentava la
situazione con un certo sconforto, ma anche con la speranza che un
intervento dello Stato avrebbe potuto cambiarla:
Contro di tal viziosa inclinazione trasmessa dagli avi a’ nepoti, e degene-
rata in consuetudine, non si è mancato di apprestar freno, e consiglio; ma è
ben difficile lo struggere, e ’l cangiare in brevi anni le costumanze intruse, e
stabilite dalla vecchia età. Giova intanto lo sperare che sotto l’amica cura d’un
governo inteso a proccurar la pubblica felicità, costoro diventino una volta
più attenti al propio bene, e apprendano a profittare de’ doni, che la natura
offre loro, e conoscano finalmente il lor danno
36
.
Lo stesso avveniva in altre cittadine, tra le quali Pizzo, dove pure la
popolazione si dedicava alla pesca e al commercio marittimo, i cui
proventi, che non erano pochi, finivano per arricchire solo una piccola
parte di persone, lasciandone il resto in una condizione di pura so-
pravvivenza. Una realtà sociale che avrebbe potuto essere modificata
se si fossero sviluppati le arti e i mestieri, carenti a Pizzo come in tutta
la Calabria. Basti citare ancora il caso di Mileto, dalla cui badia l’Acca-
demia delle Scienze e belle Lettere ricavava una rendita per la sue at-
tività. Nel territorio circostante a quell’antica cittadina, rilevava Sarco-
ne, vi era un’ottima argilla, con la quale si potevano fare «que’ lavori
minuti, a’ quali
Linneo
dette il nome di
pseudo-porcellane
»
37
, ma vi
mancavano i vasai. Il risultato era che, per carenza di manodopera spe-
cializzata, non solo non si producevano, come scriveva Angelo Fasano,
«vasellami nobili di eccellenti e diversi gradi di bontà», da esportare
anche fuori dalla regione, ma neppure oggetti comuni, «d’inferior
qualità», che sarebbero stati utilissimi all’«economia civile»
38
. La popo-
lazione di Mileto si dedicava alla pastorizia e all’agricoltura con metodi
36
Ivi, pp. 12-13.
37
Ivi, p. 49.
38
A. F
ASANO
,
Saggio fisico-geografico sulla Calabria ulteriore letto nella R. A. l’anno
1785
, in
Atti della Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere di Napoli dalla
fondazione sino all’anno MDCCLXXXVII
, in Napoli, presso Donato Campo, Stam-
patore della Reale Accademia, 1788, p. 304.
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