MEDICINA, SCIENZA E POLITICA IN MICHELE SARCONE
75
duo e la lotta alla superstizione
48
. Mentre, però, Salfi cominciò, già in
quegli anni, a disperare del riformismo illuminato dell’«umanissimo»
Sovrano, finendo, come tanti suoi coetanei, per abbracciare gli ideali
giacobini di fine secolo, Sarcone rimase legato a quell’esperienza, che gli
dovette apparire la sola capace di rinnovare il paese in cui viveva e ope-
rava. Un’idea che aveva sostenuto con il suo lavoro e con le sue opere,
tra le quali due scritti anonimi del 1780: la
Lettera terza. Ammonizione
caritativa all’Autore del libro intitolato Del dialetto napoletano
e l’
Aureo
Regno di Ferdinando IV
. Il primo, uscito verso la fine di marzo, è una
pungente risposta a Ferdinando Galiani, che escluso dall’Accademia
della scienze e belle lettere, riversò tutta la sua ironia e tutto il suo sar-
casmo sul nuovo consesso e sul suo segretario. È nota la polemica, senza
esclusione di colpi, che scoppiò fra i due quando cominciò a circolare il
libro dell’abate, uscito presso Vincenzo Mazzola-Vocola alla fine di
settembre del 1779. La reazione, piuttosto risentita, di Sarcone non fu
determinata solo dagli accenni polemici di Galiani contro l’Accademia
49
,
ma anche e forse soprattutto dalla visione, che lo divideva da lui, degli
sviluppi della storia napoletana negli ultimi due secoli.
La
Lettera terza
è una minuziosa critica, sotto forma di
Consigli
e
Censure
, all’opera di Galiani, del «Machiavellino», come lo chiama-
vano a Parigi, dell’uomo, secondo Sarcone, che, con «sangue freddo»,
non lodava mai nessuno e poneva ogni sforzo nel diffamare il prossi-
mo. Nella
Prefazione
al
Dialetto napoletano
il periodo che s’apriva nel
1502 con il viceregno spagnolo e si chiudeva nel 1734 con quello au-
striaco, era presentato come una lunga serie di vicende negative,
un’epoca di decadenza culturale, civile e politica, una «brutta e dolen-
te istoria»
50
. Tutto era cambiato con l’arrivo di Carlo III nella capitale,
perfino «il reo tenor della sorte». Scriveva Galiani:
48
Su queste posizioni di Salfi cfr. F. T
IGANI
S
AVA
,
Francesco Saverio Salfi e il terre-
moto del 1783
, in
Francesco Saverio Salfi. Un calabrese per l’Europa
. Atti del Convegno,
Cosenza, 23-24 febbraio 1980, a cura di P. A. De Lisio, Napoli, 1981, pp. 27-35.
49
Accenni polemici sono presenti, come rileva Fausto Nicolini, nelle ultime pagine
della
Prefazione
, in particolare nel seguente passo: «Non per pubblica autorità, ma di
nostra spontanea volontà associatoci in amichevole nodo, abbiamo assunto il nome di
‘Accademici Amici della Patria’, per quell’antichissimo dritto che regna tra gl’Italiani
di potersi denominare Accademici di qualunque genere di studi o d’arte liberale tutti
coloro a cui ciò venga in pensiere» (F.
G
ALIANI
,
Del dialetto napoletano
. Con
introduzione e note di F. Nicolini, Napoli, 1923, p. 10).
50
Ivi, p. 7.
1...,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74 76,77,78,79,80,81,82,83,84,85,...236