UNIVERSALISMO ETICO E DIFFERENZA
9
rappresentazione dal pensiero logico-razionale all’attività fantastico-
immaginativa o, per esprimerci in coerenza con alcune teorie filosofi-
che contemporanee, dal pensiero raziocinante alla ragione narrativa. In
questo contesto può essere ripensata anche la centralità che, nel com-
plesso unitario dell’opera vichiana, assume il linguaggio, cioè il luogo
(ma anche lo strumento per esprimerlo e manifestarlo) dove si ‘mate-
rializza’ la genesi e l’evoluzione del mondo civile. Ma privilegiare il lin-
guaggio, nel senso ampio della molteplice varietà dei modi espressivi
dell’essere umano (dalla primordialità dei tempi ad oggi, dal suono
inarticolato dei primi bestioni al linguaggio sincopato e criptico dei
giovani del 2000), vuol significare, a mio parere, il rafforzamento di
quella scelta teorica di mediazione tra ordine dei principi e multilate-
ralità degli eventi che, con il linguaggio, diventa necessaria relazione
tra consapevolezza genealogica e ricostruzione ermeneutico-filologica
della realtà degli enti. Vico, da questo punto di vista, può costituire un
punto di riferimento teorico nella critica della modernità, nella misura
in cui appare evidente la finalità di riabilitare l’attività fantastica e del
fare poetico in opposizione ad ogni eccesso di logocentrismo. D’al-
tronde, il motivo centrale della critica di Vico alla filosofia cartesiana
non riguarda tanto la radicale novità che essa ha comunque introdotto
nella modernità, e cioè la centralità del soggetto (punto, anzi, sul quale
Cartesio mostra una più esplicita consapevolezza teoretica rispetto a
Vico), quanto piuttosto il fatto che il ‘nuovo’ soggetto non può essere
soltanto epistemico e logico-razionale. Non si tratta, allora, da parte di
Vico, di un rifiuto della soggettività con lo sguardo rivolto al passato
della tradizione retorico-umanistica o con lo sguardo verso il futuro
del romanticismo misticheggiante e irrazionalistico. Come cercherò in
seguito di meglio argomentare, anche in Vico diventa centrale la que-
stione moderna della razionalità ‘mondana’, ma questa razionalità am-
plia il suo raggio d’azione fino a diventare razionalità pienamente uma-
na, in cui giocano un ruolo altrettanto importante, il senso, l’imma-
ginazione e la fantasia. La ragione, per Vico, è fondamentalmente
‘umana’ e proprio per questo non è declinabile nel senso della separa-
zione cartesiana tra sensibilità dell’estensione dei corpi e razionalità
protesi e dei cyborg. «Memoria, fantasia ed ingegno, su cui si baserebbe un nuovo
ricorso delle cose umane, sono assenti da questi grandi corpi. Una fine della storia che
Vico non prevedeva: la coincidenza della bestialità con il regno assoluto della ragione,
la barbarie della riflessione» (p. 165).
1,2,3,4,5,6,7,8 10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,...236