IL PRINCIPE DI SAN SEVERO
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Tra le inclinazioni del Principe vi fu, come detto, quella per la far-
macopea. Appassionato di fisiologia – e negativamente colpito dal-
l’ignoranza dei medici a lui coevi su questioni anatomiche, da cui l’in-
tenzione di mettere a punto apposite macchine – di Sangro studiò ap-
profonditamente i
remedia
ricavati dai semplici. Per curare un pazien-
te, affetto da un morbo sconosciuto, invano gli somministrò un estrat-
to di pervinca. A seguito dell’esame autoptico, a cui il Principe parte-
cipò e del quale ci ha lasciato traccia, è stato possibile appurare che si
trattava di un tumore allo stomaco, incurabile
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.
Ritornando alla matrice iatrochimica – centrale, a mio parere, per
comprendere senza svilirla la ‘scienza’ del Principe – vanno ricordati
innanzitutto i marmi alchemici del di Sangro. Nelle sue sperimentazio-
ni alchimistiche, San Severo avrebbe inventato diverse sostanze chimi-
co-mediche, tra le quali stucchi, mastici madreperlacei, usati per co-
struire cornicioni e capitelli, nonché un tipo di marmo sintetico che,
versato allo stato fuso in apposite canaline, avrebbe formato un ‘cor-
done’ bianco marmoreo, ininterrotto, che decorava il pavimento della
cappella di famiglia (e ancora oggi è parzialmente visibile). Alcuni han-
no fantasticato e non poco circa un suo possibile procedimento di
marmorizzazione dei tessuti e la prova materiale sarebbe rintracciabile
nella scultura del Cristo Velato, presente nella Cappella, ove il corpo
sembra ricoperto da un velo di marmo trasparente. A onor del vero, si
deve ricordare che, riguardo a quest’ultima ‘invenzione’, non abbiamo
in realtà alcune prove certe, mentre l’impressione del velo potrebbe
essere dovuta soltanto all’abilità dello scultore, Giuseppe Sanmartino.
Nulla di occultistico, detto altrimenti. E lo stesso si potrebbe dire, a
maggior ragione, per altre due invenzioni, di cui il Principe dà notizia.
La prima riguarda il così detto carbone alchemico, una mistura di so-
bagno in acido, in cui l’intera lapide veniva sottoposta, ottenendo in tale maniera scrit-
te in rilievo, come è evidenziato dalla stessa lapide del suo monumento funebre). Di
Sangro sarebbe anche riuscito – i condizionali qui sono d’obbligo – a produrre una so-
stanza in grado di comportarsi esattamente come quella ritenuta, poi, essere il ‘sangue
di San Gennaro’. Altri presunti procedimenti del Principe ineriscono la plasticizzazio-
ne a freddo di metalli, la metallizzazione e pietrificazione di materie molli, nonché
nuovi processi di colorazione per marmi e vetri. Si veda, al riguardo,
infra
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Singolare è che certe terapie oncologiche attuali includano la somministrazione
di sostanze medicamentose ricavate dalla ‘vinca rosea’, il che attesta come la cura pro-
posta dal di Sangro secoli or sono fosse certo avveniristica, ma evidentemente non così
assurda.
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