DAVIDE ARECCO
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ne degli animi volti a ottenere il completo dominio sul proprio destino, espo-
nendone i misteri con sincerità e zelo; e anche un pizzico di pudicizia, però,
velata
20
.
Questo Archimede del Settecento, esperto in alambicchi per la distil-
lazione, che inseguiva tra squadra e compasso le suggestioni medievali
del templarismo, si mosse in bilico tra fisica e
pietas
religiosa, fautore
di una iatrochimica illuministica eppure ancora, a suo modo, devota
21
.
Una delle rappresentazioni più (sobriamente) attendibili del Principe
ci è venuta da Carlo Villani, che ha particolarmente insistito – senza, in
seguito, trovare molto ascolto – sulle competenze scientifico-tecniche
del Nostro. Villani, senza timore di esagerare, ha fatto esplicitamente
del San Severo una sorta di «Edison napoletano del secolo XVIII»,
sottolineando, oltre all’intelligenza forte e tenace, la sincera propensio-
ne del di Sangro verso le matematiche, pure e applicate. Le aveva ap-
20
G. C. L
ACERENZA
,
Introduzione
a R. M. D
E
S
ANGRO
,
Il lume eterno
, cit., p. 17.
21
Memorie sul San Severo si custodiscono nell’Archivio Segreto Vaticano, Napoli,
CCXXXIV, 98. Molti altri documenti manoscritti, tra cui il testamento olografo, sono
conservati nell’Archivio Notarile di Napoli. Tra i vari libri a stampa apparsi nelle im-
mediate prossimità temporali della morte del di Sangro sono da menzionare, per la in-
dubbia utilità che rivestono tutt’oggi, l’anonimo
Chronicon siculum
, che Rosario Gre-
gorio, vero gigante dei Lumi di Sicilia, pubblicò a Palermo nel 1782 nella
Bibliotheca
scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Aragonum imperio retulere
. Di rilievo anche gli
Avvenimenti memorabili accaduti in Napoli, negli anni 1746 e 1747, con tutto ciò che
accadde fino all’anno 1783
, Napoli, 1783, p. 4, nonché G. P. O
RIGLIA
,
Istoria dello stu-
dio di Napoli
, II, Napoli, nella stamperia di Giovanni di Simone, 1753-1754. Fonda-
mentale anche il recentissimo repertorio, assemblato a cura di F. P. de Ceglia,
Scienzia-
ti di Puglia (secoli V a.C. – XXI d.C.)
, I, Bari, 2007,
ad vocem
. Nel lemma che l’abate
Volo consacrò invece al San Severo, un ritratto purgato e quasi statuario, nel tomo I
della
Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli
compilata dall’accademico di
Marsiglia e Lione Domenico Martuscelli, si segnalano di più le scoperte e opere
idrostatiche, di grande utilità allo Stato. Nulla di cabalistico nel Principe, pertanto.
Semmai, un uomo modesto e affabile, aperto e liberale, un lettore delle Sacre Scitture,
che si applicò rigidamente sopra i teologi (Bellardino e Petau su tutti). Ma di Sangro
fu pure ammiratore nascosto di Sesto Empirico e Bayle, apprezzati dietro la scusa di
metterne in guardia (come Vallisneri con Malebranche). E nelle opere edite e negli
abbozzi incompiuti, il Principe comprovava le teorie con l’esperienza, alla quale veniva
da lui circoscritto l’orizzonte del conoscere. A ragione, l’abate Volo ha fatto del di San-
gro un fervente baconiano, al quale guardarono e con simpatia i maggiori intelletti oltre-
montani, sorpresi tanto dai suoi lumi quanto dal suo ingegno. Utili notizie sul Principe ci
vengono dalle
Vicende della cultura delle due Sicilie
di Pietro Signorelli. Dispensabili, al
contrario, le ricostruzioni di Campanile, D’Onofrio e Colonna di Stigliano.
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