DE UNIVERSI JURIS UNO PRINCIPIO ET FINE UNO
135
della correzione, del miglioramento, dell’aggiunta) finisce per perdere
qualsiasi specificità ed autonomia, riducendosi all’‘abbozzo’, all’antici-
pazione ancora imprecisa, imperfetta e incompiuta del capolavoro.
Nicolini si spinge a contare fino a nove redazioni ‘preparatorie’ della
Scienza nuova
; e chiosa: «Tra codeste nove redazioni, le prime giunte a
noi sono le tre, sempre meno immature, ma pur tutte immature, che si
conoscono col titolo comprensivo, e risalente all’autore medesimo, di
Diritto Universale
». Va da sé che non è qui in discussione la straor-
dinaria importanza del lavoro di Nicolini né, tanto meno, la sua ‘legit-
timità’ o ‘illegittimità’: questione priva di senso, se non altro perché,
come avverte Tessitore nella
Presentazione
, nessuna ricostruzione filo-
logica, neanche la più attenta e agguerrita, è esente dagli stimoli e dalle
motivazioni dell’
interpretare
. Né mi pare che oggi si possa ragionevol-
mente dubitare del fatto che il vero capolavoro di Vico sia la
Scienza
nuova
, e proprio l’ultima versione della
Scienza nuova
. Una lettura così
marcatamente ‘continuista’ perde di vista, tuttavia, sia la specificità
delle prove precedenti, sia (e soprattutto) la forte discontinuità, direi
proprio le svolte, le rotture, le fratture che caratterizzano la grande
esperienza filosofica vichiana.
3. Sul
Diritto universale
(e in particolare sul
De uno
) ha pesato, in
negativo, il giudizio che si tratti dell’opera più ortodossa rispetto al
cattolicesimo, la più vicina alla ‘metafisica romana’: una valutazione,
quest’ultima, sulla quale convergono, nella prima metà del Novecento,
le per altro polemicamente contrapposte interpretazioni idealistica e
cattolica – contrapposte e, va detto, ben diverse nella loro capienza,
nella loro potenza analitica: la cultura cattolica, l’ha notato più volte
Piovani, si è sempre trovata in difficoltà non tanto a leggere Vico, ma a
ricostruire il senso di una sua particolare, significativa originalità. A
partire di lì, a partire dalla comune immagine del
Diritto universale
quale prestazione ‘ortodossa’, neoidealisti e cattolici aprono poi due
strade ermeneutiche certo nettamente divergenti, eppure ancora paral-
lele nella analoga prospettiva di una prevalente unità, di una sostan-
ziale continuità dell’intera ricerca filosofica vichiana. In ambito cattoli-
co, la linearità viene sussunta dal lato del
Diritto universale
, nel quale
sarebbero da cogliere le ‘premesse metafisiche’ dell’indagine sul cam-
po, della ricerca storica poi effettivamente realizzata nelle varie reda-
zioni della
Scienza nuova
; si tratti del tomismo (Franco Amerio), o del-
l’agostinismo (Augusto Del Noce), nel
Diritto universale
va raccolta la
1...,125,126,127,128,129,130,131,132,133,134 136,137,138,139,140,141,142,143,144,145,...256