DE UNIVERSI JURIS UNO PRINCIPIO ET FINE UNO
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suoi importanti esponenti (da Cornelio a D’Andrea, da Di Capua a
Valletta, da Caloprese a Gravina e Doria, e via dicendo). Era un lavoro
di scavo certo da non cominciare
ex novo
, ma da effettuare con altra
sistematicità, e con un’intenzionalità metodico-critica diversa da quella
che aveva retto le pur benemerite (come da tempo si usa dire) fatiche
erudite crociane e soprattutto nicoliniane: un lavoro che è risultato poi
preziosissimo e che ora rischia, per l’essersi spesso fermato ad un’ope-
ra preliminare di indagine analitica e ‘storicizzante’, di essere ingenero-
samente sottovalutato (come può accadere agli stessi studi vichiani di
Garin di cui parlo in questo «Bollettino»). Il senso del lavoro di quegli
anni – che implicava anche il mettere da parte «per un pezzo i tentativi
di ricostruzione monografica» – è, con la consueta sagacia, ai nostri oc-
chi ben evocato, sul finire del contributo appena richiamato di Corsano,
peraltro ben noto autore di una simile solida ricostruzione (e con un
elogio dell’operosità vichiana di Piovani proprio della sua natura gene-
rosa e arguta)
2
.
Parteciparono in quegli anni del ‘nuovo corso’, e di una rinnovata
sensibilità ‘filologica’, anche gli interessi per gli ‘scritti giuridici’ di Vico.
I quali però – va detto – non soltanto avevano conosciuto significativi
contributi prima della seconda guerra
3
, ma all’indomani di questa, spe-
2
«Chiuderò col ricordo inevitabile dello studioso che ha con strenua operosità e
scintillante intelligenza organizzato in Italia gli studî vichiani di questi ultimi anni fino
alle celebrazioni centenarie: che, per suo merito, non hanno avuto carattere meramen-
te generico e encomiastico, ma hanno arricchito di contributi positivi la nostra cono-
scenza del Vico: intendo parlare di Pietro Piovani. Il quale ha disseminato in numerosi
saggi ora laterali, ora unitari, i frutti della sua personale ricerca, sempre efficace, stimo-
lante, armoniosa. Il pluralismo vigorosamente professato dal Piovani in sede specula-
tiva gli ha concesso di assolvere questa impareggiabile funzione di ‘dormitantium
excubitor’ (con squisita discrezione
erga seniores
) e di moderatore delle polemiche im-
pazienze dei giovani ricercatori un po’ sovraeccitati dalla euristica felicità della loro
ricerca […]. Piovani […] ha esposto con fermezza l’esigenza che la ricerca prosegua
ormai solo con caratteri di precisione analitica: lasciando per un pezzo i tentativi di ri-
costruzione monografica» (ivi, p. 108). Sono espressioni che mi è parso non inoppor-
tuno riproporre nel presentare un lavoro che si iscrive nel lascito di quell’operosità,
nell’attività della Fondazione a lui intitolata.
3
Basta pensare alla raccolta di scritti edita nel 1925, a cura della «Rivista interna-
zionale di filosofia del diritto», Roma, 1925, con scritti – tra gli altri disuguali – di Giu-
seppe Capograssi (
Dominio, libertà e tutela nel ‘De uno’
, pp. 137-152) e Benvenuto
Donati, i cui svariati contributi vichiani variamente confluiscono poi in un ragguarde-
vole volume del 1936: B. D
ONATI
,
Nuovi studi sulla filosofia civile di G.B. Vico. Con
documenti,
Firenze
,
1936. Fra questi contributi la memoria sui
Prolegomeni della filo-
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