ENRICONUZZO
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cie ad opera delle note indagini di Guido Fassò, avevano condotto a
proposte critiche che si allargavano alla formulazione di importanti ve-
dute interpretative di assieme, implicanti una rilettura delle scansioni
interne dell’intera meditazione vichiana, e, più a fondo, un’interrogazio-
ne circa genesi, caratteri, significati, funzione, eventuale crucialità episte-
mica (rispetto al ben più ‘rinomato’ principio del «verum-factum») del
principio, almeno geneticamente ‘giuridico’, del «verum-certum».
Non si può negare insomma che, sia pure all’interno di un’imposta-
zione che in ultimo continuava a ribadire una considerazione non
compiutamente ‘autonomizzante’ degli scritti giuridici, proprio il
De
uno
sul finire degli anni ’40, ad opera di Fassò, assumeva la posizione
di uno snodo teorico e critico essenziale per la definizione dell’intera
speculazione vichiana
4
.
sofia giuridica del Vico attraverso le Orazioni inaugurali
, apparsa nel 1915, aveva otte-
nuto una inconsueta serie di vivi elogi da parte di Gentile, con alcune osservazioni sul-
le quali varrà la pena di tornare.
4
Ben nota la tesi centrale di Fassò, da lui in diverse occasioni ribadita: «È chiaro
che il Vico considera essenza della sua scienza nuova l’‘accertamento’ del vero e l’‘av-
veramento’ del ‘certo’: cioè la dimostrazione della razionalità (o provvidenzialità: che è
la stessa cosa vista in chiave cristiana) della storia, e che egli ritiene che la nascita stessa
della Scienza nuova sia stata dovuta alla scoperta di tale metodo, o, se si preferisce, a
quella del principio dell’identità del vero col certo; e non, come si ripete invece comu-
nemente, all’estensione dell’applicazione del principio
verum ipsum factum
dal solo
campo della matematica a quello della storia»: così la tesi viene presentata in G.
F
ASSÒ
,
Vico e Grozio
, Napoli, 1971, p. 60. Ma in effetti sia questo importante volumet-
to che il ‘capitolo vichiano’ della
Storia del filosofia del diritto
(vol. II,
L’età moderna
,
Bologna, 1968, pp. 265-282), e ancor più il riepilogativo saggio
The Problem of Law
and Historical Origin of the ‘New Science’
(in
Giambattista Vico’s Science of Humanity
,
ed. by G. Tagliacozzo and D.P. Verene, Baltimore-London, 1976, pp. 3-14), debbono
essere considerati momenti di sintesi di un’attività critica attorno al ‘Vico giuridico’
prolungata da parte di Fassò. In proposito, a parte le indagini iniziali su Michelet e
Vico, di Fassò si ricordino i lavori
Genesi storica e genesi logica della filosofia della
‘Scienza Nuova’
, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto» XXV (1948), pp.
319-336, e
I quattro «auttori» del Vico. Saggio sulla genesi della ‘Scienza nuova’
,
Milano, 1949. Ma sulle ricerche vichiane dello studioso vanno ancora lette le puntuali
pagine di E. P
ATTARO
,
Gli studi vichiani di Guido Fassò
, in questo «Bollettino» V (1975),
pp. 87-121. Naturalmente non è il caso di soffermarsi qui su altri interventi apparsi in
quegli anni sugli scritti giuridici vichiani: come il ‘capitolo giuridico’ del libro di Amerio
del 1947, o pagine di Frosini che più marcatamente, rispetto allo stesso Fassò, inclinano
a vedere tutta la meditazione storica di Vico ‘sub specie iuris’ (V.
F
ROSINI
,
Vico e la
giurisprudenza
, in I
D
.,
Filosofia e giurisprudenza
, Catania, 1953, pp. 31-67), etc.
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