DE UNIVERSI JURIS UNO PRINCIPIO ET FINE UNO
149
del tutto asistematica) in ordine: all’estensione degli interessi di studio
attorno al
Diritto universale
, sia specificamente ad esso rivolti, che
operanti entro un più ampio spettro tematico; ai testi di quello predi-
letti; alla caratterizzazione di tali studi.
Sul primo punto va ribadito che risulta nel complesso scarsa l’atten-
zione critica precipuamente devoluta al
Diritto universale
, pur se nella
relativa bibliografia si rinvengono anche ricerche monografiche impe-
gnative, dall’importante volume di ‘t Hart del 1979 al libro (più con-
centrato sul
Diritto universale
, pur se non sempre persuasivo) della
Vaglio
16
. E va detto che sono davvero pochi i lavori di sintesi nei quali
gli ‘scritti giuridici’ (ed in ispecie il
De constantia
) siano significativa-
mente presenti, specie nella letteratura non in lingua italiana
17
.
16
A.C.
T
H
ART
,
Recht en Staat in het denken van Giambattista Vico
, Alphen aan den
Rijn, 1979; M. V
AGLIO
,
Truth and Authority in Vico’s Universal Law
, New York, 1999,
lavoro per più aspetti solido, ma sui cui pregi e limiti non è il caso qui di soffermarsi.
17
Il lavoro di B. A. H
ADDOCK
,
Vico’s Political Thought
, Swansea, 1986, è uno dei
pochi che presenta un adeguato capitolo (si veda il cap. IV su «Law», pp. 72-111)
all’interno di un discorso critico con pretese di organicità, presentando anche pensate
proposte critiche in ordine ad elementi di continuità tra
De constantia
e
Scienze nuove
(piuttosto che tra
De uno
e
De constantia
). Per fare un esempio del caso opposto,
prende in (debole) considerazione il
De uno
, ma lascia tranquillamente da parte la
grande mole del
De constantia
, il pur ambizioso e fortunato libro di M.
L
ILLA
,
The
Making of an Anti-Modern
, Cambridge (Mass.)- London, 1993. In quegli stessi anni
rappresenta un raro esempio di una disamina allargata a tutto l’arco dei testi vichiani,
e del
Diritto universale
, l’importante libro di F.
B
OTTURI
, La sapienza della storia.
Giambattista Vico e la filosofia pratica
, Milano, 1991. Solo qualche riferimento al
De
uno
compare invece, in quegli anni, nel libro, peraltro in ragione anche della sua
determinazione tematica, di U. G
ALEAZZI
,
Ermeneutica e storia in Vico. Morale, diritto
e società nella ‘Scienza Nuova’
, L’Aquila-Roma, 1993, e, un po’ più sostanziosamente,
nel lavoro di G. B
ENEDETTI
,
Diritto e educazione in Giambattista Vico
, Roma, 1995 (in
pagine, peraltro equilibrate, di un breve capitolo). Ritornando alla ‘anglophone
scholarship’, non va dimenticato e sottovalutato (pur con limiti che andrebbero di-
scussi) l’impegno critico sugli scritti giuridici esercitato da J. M
ILBANK
,
The Religious
Dimension in the Thought of Giambattista Vico (1688-1744). II. Language, Law and
History
, Lewinston-Queenston-Lampeter, 1992.
Il libro della Vaglio appena citato
rappresenta la più recente opera di taglio sistematico sull’argomento. Su di essa ci si
dovrebbe soffermare diffusamente per vagliarne l’arco delle proposte critiche, entro
un orientamento di lettura per il quale Vico viene giudicato un pensatore «anti-
modern» per il suo atteggiamento verso la scienza e, più in genere, «because of the
metaphysical base of his theory», ma pure ‘attuale’ critico del razionalismo giuridico
della modernità e contemporaneità (V
AGLIO
,
op. cit.
, p. 4). Per quanto riguarda gli
studi dell’area «english speaking», va ancora ricordata l’importanza per le ricerche
1...,139,140,141,142,143,144,145,146,147,148 150,151,152,153,154,155,156,157,158,159,...256