ENRICONUZZO
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Sul secondo punto si deve insistere su di un elemento già affiorato. Il
De uno
, mi pare, è stato ‘prediletto’ dagli studiosi (sicuramente dal punto
di vista di un’analisi sistematica), a discapito del
De constantia
, e del rela-
tivo successivo lavorio vichiano espresso nelle
Notae
e nelle
Dissertationes
.
Se le cose stano così, è agevole coglierne le ragioni. Quel testo, con la
nuova trattazione ontologica, teologica, gnoseologica, del «vero», e con
l’immissione del principio del «certum pars veri», ha specialmente solle-
citato gli interpreti (lo si è visto già a partire da Capograssi) a prendere
posizione sulla ‘metafisica’ o sulle ‘metafisiche’ di Vico, e sui ‘princìpi’
epistemologici del «verum-factum» e del «verum-certum» (in rapporti di
distinzione, gradazione, identità, convertibilità, eminenza trascendentale,
etc.). Nel mentre dunque la più vasta mole del
De constantia
pure ha co-
nosciuto svariati, anche importanti, sondaggi trasversali (in materia di
storia sacra e storia profana, linguaggio, mito, poesia, politica, etc.), so-
prattutto il
De uno
– e segnatamente l’iniziale discorso di interesse mar-
catamente metafisico-gnoseologico – è stato oggetto di più numerose, an-
che significative, disamine e interpretazioni, interessate alla più dichiarata
tessitura speculativa della riflessione vichiana
18
.
vichiane sul
Diritto universale
di recenti sue traduzioni in inglese, a riprova di un
opportuno venire su di esso dell’attenzione degli studiosi: G. V
ICO
,
Universal Right
, tr.
C. Pinton-M. Diehl, Amsterdam-Atlanta, 2000;
Synopsis of Universal Law
, tr. D. Ph.
Verene, e
On the One Principle and One End of Universal Law
, tr. J. D. Schaffer, che
abbracciano l’intero fascicolo XXI (2003) dei «New Vico Studies». Questo segue lo
«Special Issue on Vico and Roman Law» del fascicolo 2001 degli stessi «New Vico
Studies», con tre contributi di Bruce Haddock, John Schaeffer (con attenzione premi-
nente al
De uno
) e N. Struever, oltre la riproposizione di un «seminal essay» di Max
Fisch. Una traduzione della
Sinopsis del derecho universal
è stata offerta da José M.
Sevilla nel fascicolo dei «Cuadernos sobre Vico» del 1998. Per la letteratura critica di
lingua tedesca non si può tacere l’attenzione che in special modo Vittorio Hösle ha
avuto per la cruciale trattazione della sfera del diritto in Vico, e per l’importanza dei
suoi scritti giuridici (per quanto il
De uno
sia ritenuto ancora di carattere ‘preparato-
rio’ alla
Scienza nuova
): cfr. segnatamente V.
H
ÖSLE
,
Recht und Geschichte bei
Giambattista Vico
, in
Zur Rekonstruktion der praktischen Philosophie. Gedenkenschrift
für Karl Heinz Ilting
, hrsg. v. K.O. Papel, Stuttgart-Bad Canstatt, 1990, pp. 389-417.
Ma occorre fermarsi qui, guardandosi dal cadere in una ‘rassegna’ non ripromessa.
18
Esemplare da questo punto di vista, nella letteratura critica tedesca il caso
dell’applicazione da parte di Stephan Otto al
De uno
(il solo testo da lui esaminato del
Diritto universale
) dell’interpretazione di
Vico als Traszendentalphilosoph
(come detta
il titolo di un saggio del 1980). Se «ciò che ha in comune» la filosofia di Vico «con il
filosofare kantiano è l’idea della ragione creativa e la visione copernicana, certamente
decisiva,
del
reale come qualcosa da determinare da parte della ragione creativa» (S.
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