ENRICONUZZO
16
come mai, se non erro, letto in una stringente chiave ‘umanistica’ e
quindi in strettissima ‘connessione’ con il Rinascimento; e Vico, con
qualche sorpresa per il lettore, non soltanto e non tanto vi viene defini-
to «il più grande dei cartesiani d’Italia», ma è sottoposto, del tutto inu-
sualmente, ad un forte rilievo critico, per l’avere smarrito il senso, la
fede, di una «parentela profonda con la natura», e di una «connessio-
ne» con Dio.
3. «
Tutto
si fa chiaro quando si ritrovi l’uomo di Cartesio». E
tutto
diviene chiaro quando lo si faccia convergere con l’Umanesimo, e la sua
metafisica la si faccia muovere «
tutta
nell’atmosfera delle filosofie della
Rinascenza». Vico invece, pur rivelandosi «il più grande dei cartesiani
d’Italia», lascia senza seguito «l’istanza di Cartesio che nella connessione
dell’uomo con Dio intuiva la giustificazione di una
parentela profonda
con tutta la natura
, e quindi sottintendeva una fede nelle possibilità
teoretiche e pratiche dell’uomo – che è poi quel che si cela sotto i tempi,
o i miti, della veracità divina e della corrispondenza delle sostanze»
10
.
Con una baldanza concettuale e stilistica che ha accenti ‘gentilia-
ni’
11
, il tanto ‘equilibrato’ Garin può qui sorprendere (ma non sarebbe
l’unica volta) chi sia abitato ad attendersi caute, e più volte ‘irenisti-
che’, proposte di nessi e di differenze: mentre in queste pagine Carte-
sio viene così energicamente riattratto entro la Rinascenza, e Vico vice-
versa viene allontanato verso il Settecento, comunque nel tempo con-
cettuale della secolarizzazione di una scissa natura…
12
Ma andiamo con ordine. Questo saggio del 1950 ha tre punti tema-
tici, fortemente connessi, da seguire per il discorso qui condotto: l’in-
terpretazione di Descartes e dei suoi rapporti con il pensiero rinasci-
mentale; la presentazione, fortemente conseguente alla prima del tema
delle presenze cartesiane nella cultura italiana fra Seicento e Settecen-
to; il giudizio sui rapporti tra Vico e il grande filosofo francese.
10
Cartesio e l’Italia
, cit., pp. 391, 393, 400, 403; il corsivo è mio.
11
Ma che, al di là del rovesciamento di molte tesi, del più ‘profondo’ pensiero di
Giovanni Gentile probabilmente trattiene qualcosa dell’esigenza ultima dell’assoluta
unità centrata sul soggetto.
12
Ma già in precedenza Garin aveva posto Vico nel tempo del maturare di un pro-
cesso di ‘laicizzazione’ della natura che aveva la sua genesi nella posizione umanistica
del
regnum hominis
. Su ciò, ed in particolare su di un saggio del 1938, preferisco
venire più avanti.
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...256