RECENSIONI
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introdusse all’umanesimo classico), ma anche ad Ortega e però senza orteghiz-
zare Vico, senza vichianizzare Ortega.
Per tutto ciò il libro del Sevilla è un libro di storia, un libro di storia della
cultura e non una delle tante, stucchevoli ed ormai insopportabili, elucubra-
zioni dell’attualità o, peggio, dell’attualizzazione di Vico.
F
ULVIO
T
ESSITORE
G
EORGES
S
OREL
,
Étude sur Vico et autres textes
, présentés et annotés par
A.-S. Menasseyre, Paris, Honoré Champion, 2007, pp. 268.
L’opera e il pensiero di Georges Sorel suscitarono grande e indiscusso fa-
scino in Italia più che in ogni altro paese, Francia compresa, e fu anche in Ita-
lia che il teorico francese pubblicò alcuni dei suoi libri, fra cui i
Saggi di critica
del marxismo
. La prima traduzione italiana delle
Considerazioni sulla violenza
fu pubblicata per Laterza nel 1909, con una densa introduzione di Benedetto
Croce. Di notevole impatto si rivelò così, all’interno del contesto intellettuale
italiano, la pubblicazione di uno specifico studio di circa un centinaio di pa-
gine dedicate interamente a Giambattista Vico; la riflessione si articolò in tre
diversi interventi comparsi in sequenza nei mesi di ottobre, novembre e di-
cembre 1896 tra le pagine de «Le devenir sociale», finquando, su richiesta del
socialista Agostino Lanzillo, non furono editi nel 1909 nella traduzione italia-
na accolta dalla rivista sindacalista rivoluzionaria diretta a Roma da Enrico
Leone, «Il Divenire sociale», alla quale Sorel molto spesso collaborò. Quello
stesso Lanzillo che rappresentò uno degli esiti controversi e non del tutto im-
prevedibili della diffusione del pensiero di Sorel, militando tra le fila del parti-
to nazionale fascista. Così come tutti gli studi critici che mettono in stretto
collegamento la dottrina fascista con il pensiero politico vichiano utilizzano la
riflessione di Sorel quale snodo e anello di congiungimento. Quando Sorel
pubblica in Francia gli studi vichiani – ed è questo il periodo della sua più in-
tensa frequentazione con Labriola e con Croce, nonché il periodo nel quale
molto si spese per far tradurre in francese i saggi di Labriola sulla concezione
materialista della storia –, certamente le opere di Vico erano profondamente
sconosciute, ancor di più nell’ambito dei circoli socialisti francesi.
Assiduo e stimato corrispondente di Croce, non è da questi che Sorel fu
spinto ad avvicinarsi a Vico, quanto piuttosto, come già Croce nella sua
Bi-
bliografia
aveva segnalato, da una celeberrima nota di Marx contenuta nel
Ca-
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