RECENSIONI
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M
AURIZIO
M
ARTIRANO
,
Vero-Fatto
, Napoli, Guida, 2007, pp. 192.
Quella che Maurizio Martirano ha ricostruito è qualcosa di più di una
«parola chiave della filosofia», come recita l’omonima collana dell’editore
delle sue pagine; è una relazione tra due dimensioni, del
verum
e del
factum
appunto, che hanno impegnato vasti campi del sapere, attestandone la dimen-
sione irriducibilmente plurale nella problematica gnoseologica, metafisica ed
etica. L’A. ne è criticamente consapevole, giacché colloca la sua ricostruzione
in una prospettiva che «si pone anche come via di accesso ad una filosofia del-
la cultura» in grado di tenere sul piano critico i «prodotti dell’arte, del lin-
guaggio, del mito, della storia, della religione» (p. 8). Sono opzioni teoriche
che deliberatamente fanno di Ernst Cassirer la guida e l’ispirazione di tale do-
cumentata ricostruzione, partita dalle argomentazioni presocratiche (forse un
po’ rigidamente affrontate, perché non liberate dal riduttivo schema del ‘pre-
socratismo’) a quelle delle filosofie platonica, aristotelica e neoplatonica, dal-
l’agostinismo al tomismo fino all’età moderna e contemporanea. In quest’ul-
tima è riconoscibile un nuovo rapporto tra la conoscenza e il suo oggetto, co-
struito alla luce di una legge costitutiva, di una «forma fondamentale del ‘giu-
dizio’» che non è «un prodotto in sé compiuto, ma un’attività, un ‘compito’
continuamente da farsi» (p. 9). In proposito la centralità di Vico è messa subi-
to in risalto nel capitolo iniziale che precede quello dedicato a temi e voci
‘prima’ e ‘dopo’ la sua filosofia. Perciò, la stessa organizzazione della docu-
mentazione è già una proposta stimolante per il lettore che non vede stravolto
l’ordine cronologico dei
fatti
, ma può appagare il proprio bisogno di
verum
. I
fatti
fino a Vico, partendo dai ‘classici’, documentano il nesso tra l’attività
dell’
homo faber
e la riflessione contemplativa dell’
homo sapiens
nell’articolato
rapporto tra mente e
tecne
fino a Filone (pp. 43-45) e nella complessa relazio-
ne tra metafisica e fisica da Platone ad Aristotele (pp. 45-52). È un discorso
logico-metafisico che mostra insistente il richiamo al «sapere inventivo-meta-
forico» (p. 52) e accoglie la scoperta (agostiniana) dell’interiorità (p. 58) e del
creare divino, riproponendo il tema della finitezza del reale (Tommaso), biso-
gnoso di «contemplare» e «scoprire» la certezza immutabile di Dio (p. 62). La
lenta sostituzione del pensiero contemplativo con quello calcolante e proget-
tante della modernità, tesa a «fare la verità», è indagato privilegiando il tema
della «conoscenza fattiva» negli scienziati e filosofi tra umanesimo e rinasci-
mento, come Leonardo da Vinci, Cusano e Ficino, Bruno e Campanella fino
alla svolta della «verità fatta dalla ragione matematica ed empiristica» con
Cardano, Bacone e Galileo, Cartesio e Gassendi, protagonisti di quel ricono-
scimento della matematica quale «linguaggio costruito artificialmente, che
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