ARCHIVIO VICHIANO
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Per tutte queste incertezze siamo costretti, come que’ primi uomini, onde poi
sursero esse gentili nazioni, per liberarsi dal servaggio della Religione di Dio
creatore del mondo e di Adamo, che sola poteva tenerli in dovere, e ‘n conse-
guenza in società, si dissiparono con la vita empia in un divagamento ferino
per la gran Selva delle[a] Terra fresca, dalla creazione innanzi, e dopo dalle
acque del diluvio provenuta foltissima penetrando; costretti a cercar pabolo o
acqua, e molto più per campare dalle fiere, di che pur troppo la gran Selva
abondar doveva; abandonando spesso gli uomini le donne, le madri i figliuoli,
senza vie di potersi rinvenire, andarono tratto tratto nelle loro posterità a di-
simparare la lingua di Adamo; e senza lingua, e non con altre idee, che di
soddisfare alla fame, alla sete, e al fomento della libidine, giunsero a stordire
ogni senso di umanità: così noi in meditando i principii di questa Scienza,
dobbiamo vestire per alquanto, non senza una violentissima forza, una sì fatta
natura; e in conseguenza ridurci in uno stato di una somma ignoranza di tutta
l’umana e divina erudizione, come se per questa ricerca non vi fussero mai
stati per noi nè Filosofi nè Filologi: e chi vi vuol profittare, egli in tale stato si
dee ridurre, perché nel meditarvi non ne sia egli turbato, e distolto dalle co-
muni invecchiate anticipazioni. Perché tutte queste dubbiezze, insieme unite,
non ci possono in niun conto porre in dubbio questa unica Verità, la qual dee
esser la prima di sì fatta Scienza; poiché in cotal lunga e densa notte di te-
nebre quest’una sola luce barluma, che ‘l Mondo delle gentili Nazioni egli è
stato pur certamente fatto dagli uomini: in conseguenza della quale per sì fat-
to immenso oceano di dubbiezze appare questa sola picciola terra, dove si
possa fermare il piede, che i di lui principii si debbono ritrovare dentro la na-
tura della nostra mente umana, e nella forza del nostro intendere; inalzando la
metafisica dell’umana mente finor contemplata dell’uom particolare, per con-
durla a Dio com’ Eterna Verità, che è la teorica universalissima della divina
Filosofia; a contemplare il Senso comune del genere umano, come una certa
mente umana delle Nazioni, per condurla a Dio, come Eterna Provedenza,
che sarebbe della divina Filosofia la universalissima Pratica: e in cotal guisa
senza veruna ipotesi, ché tutte si rifiutano dalla Metafisica, andarli a ritrovare
di fatto tra le modificazioni del nostro umano pensiero nella posterità di Cai-
no innanzi, e di Cam, Giafet dopo l’universale diluvio (pp. 15-16).
[CAPO XII.
Sull’Idea di una giurisprudenza del Genere Umano]
9. L’origine [?] della legge (
Powstawanie
[?]
prawa
)
La Giurisprudenza del Diritto Naturale delle Nazioni si consideri una Scienza
della mente del’uomo posto nella Solitudine, come l’uomo di Grozio e di
Pufendorfio, ma preso da noi con cat[t]olici sensi, come di sopra; il quale
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