AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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8. F
RANCIONI
Giovanni,
Una filosofia
civile. Contributo alla storia dell’Universi-
tà di Pavia tra la fine del Settecento e gli
inizi dell’Ottocento
, in
Università degli
Studi di Pavia. 11-12 dicembre 2002.
Inaugurazione dell’anno accademico 2002-
2003
, Pavia, s. a., pp. 55-74.
L’A. riprende il tema, di rilievo
grandissimo storico e teorico, della diffu-
sione della
Scienza nuova
in Lombardia.
Con rapida sintesi, sono ben individuati
e distinti i due rami della settecentesca
fortuna vichiana: da un lato, quello napo-
letano, che culminò in Pagano e che vide,
tra i molti, gli interventi di Salfi e soprat-
tutto, qui però non ricordato, quello di
Francescantonio Grimaldi; d’altro lato,
quello veneto e quello lombardo, di cui si
rammenta, oltre molte altre voci, la lettu-
ra che gli uomini del «Caffè» diedero
della filosofia di Vico, «grande e stranis-
simo autore». Poi si delinea il secondo
momento, che va dall’arrivo a Milano e a
Pavia dei primi esuli, come Flaminio
Massa, Carlo Lauberg e Salfi nel 1794,
seguiti da Mario Pagano nel 1798 e infine
dall’ondata di fuoriusciti che, dopo il ’99,
a centinaia, furono ospitati principalmen-
te a Pavia. Nel fermento politico e cultu-
rale che seguì alla battaglia di Marengo e
alla costituzione della Repubblica Italia-
na, il dibattito tra intellettuali meridiona-
li e settentrionali si annodò anche intor-
no Vico. E la Lombardia poté con ragio-
ne essere detta da Croce la ‘seconda roc-
caforte italiana del vichismo’, non soltan-
to per i tanti giornali e pubblicazioni nei
quali fiorì la discussione su Vico, ma an-
che perché nel 1801 vi apparve la prima
ristampa della
Scienza nuova
del 1744.
Francioni con sicurezza richiama le prin-
cipali voci di quella discussione, che vide
tumultuosamente emergere nuove posi-
zioni, da quelle, interessantissime, del
Foscolo, a quelle del Romagnosi e del
Cattaneo. Si formavano una nuova socie-
tà, una nuova vita culturale e, con loro,
una nuova interpretazione di Vico. Con
finezza, Francioni pone lo spartiacque
nel 1710, quando il 1° di settembre si
suicidò Francesco Lomonaco. Assertore
degli ideali illuministi di libertà, fin dal
Rapporto al cittadino Carnot
non si stan-
cò di difenderli, anche quando il governo
napoleonico li rendeva inattuali e perico-
losi. Censurato, Lomonaco, non soltanto
per la sua ipersensibilità, come scrisse
Nicolini, ma per la dura consapevolezza
di essere ormai sconfitto, non resse a tali
critiche e la sua morte così «chiudeva la
prima stagione del vichismo in terra
lombarda» (p. 70). Completa il saggio
un’aggiornata e selezionata bibliografia.
[G. I.]
9. G
ALLUPPI
Teresa,
Vico e la
filopoe-
sia
nella
Scienza nuova
: un ideale e un
monito per l’umanità
, Roma, Editrice
Bibliosofica, 2008, pp. 77.
L’A., attraverso un linguaggio marca-
tamente ridondante, carente di contenuti
scientifici originali propone al lettore «la
diretta analisi della
Scienza nuova
, non
della sterminata bibliografia che essa ha
ispirato» (p. 9).
Eppure è proprio riguardo la biblio-
grafia – che Galluppi cita pur copiosa
(ben trenta pagine poste in calce all’esile
volumetto) – che si solleva una prima
obiezione a questo studio. A proposito dei
caratteri poetici e dell’immaginazione l’A.
dimostra, infatti, che i propri aggiorna-
menti scientifici sono, oltre che attardati,
pure impuntuali, visto che omette di citare
gli atti pubblicati nel 2004 (Napoli, Gui-
da) dell’importante convegno internazio-
nale – svoltosi a Napoli nel maggio del
2002 – su
Il sapere poetico e gli universali
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