AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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rendere possibile una adeguata trattazio-
ne comparata dell’argomento.
Per Heinrich l’eroe è innanzitutto
una figura conflittuale nel processo della
civilizzazione e, come tale, una figura
ambigua oscillante tra l’essere salvatore
da un lato e portatore di orrore nonché
di atrocità dall’altro. Dopo una estesa
interpretazione dei testimoni antichi, in
particolare della tragedia greca, l’A. si
volge alla sopravvivenza e ridefinizione
della figura dell’eroe in età umanistica
(«humanistische Neubestimmung und
Weiterleben») nella tradizione filosofica
da Bacone a Hegel. In questo contesto
non mancano i riferimenti a Vico. L’A.
prende le mosse dalla convinzione che
Ercole è da considerare senz’altro l’eroe
centrale della
Scienza nuova
(p. 287). La
pur breve ma densa trattazione di Vico
viene poi introdotta con alcune osserva-
zioni riguardanti la dipintura che apre la
Scienza nuova
e la corrispettiva «Idea
dell’Opera» di cui l’A. dà un riassunto
efficace (pp. 288 sgg.). Heinrich si sof-
ferma successivamente sul cambiamento
di funzione («Umfunktionierung») che la
mitologia eroica assume in Vico (p. 290),
e più avanti (pp. 306 sgg.) sul rapporto
tra desiderio e lavoro («Begierde und
Arbeit») nel processo di civilizzazione.
Sebbene questi riferimenti a Vico sem-
brino piuttosto sporadici, si potrebbe co-
munque costatare una certa affinità dell’A.
con l’approccio vichiano nel modo di ‘let-
tura’ della mitologia nel tentativo di svelare
attraverso i miti dei conflitti storici reali.
[Th. G.]
17.
História e Providência: Bossuet,
Vico e Rousseau. Textos e Estudos
, a cura
di E. Menezes - H. Guido - M. das Gra-
ças de Souza, Ilhéus-Bahia, Editora da
Uesc, 2006, pp. 197.
Il volume traduce e pubblica testi di
Bossuet, Vico e Rousseau, privilegiando
il nesso storia-Provvidenza che, nella cul-
tura occidentale, ha favorito una certa
idea di progresso, «sinalizando o aper-
feiçoamento no domínio das artes e ciên-
cias, que os autores do siculo XVIII de-
scobrem no seu tempo, mesmo se com-
parados com gregos e romanos» (p. 8).
Nell’orizzonte interpretativo delineato, la
parte dedicata a Vico è in una sezione
che offre oltre a un’utile «Cronologia» e
un’aggiornata «Bibliografia» (pp. 81-89),
una versione parziale della
Scienza nuova
1725 (il capitolo II), «um passo decisivo
no movimento de laicizaç
ā
o da idéia di
Providência» (p. 10). A commentare
questa tesi è il saggio di Humberto Gui-
do (
Providência divina e aç
ā
o humana. A
idéia de História na
Scienza nuova
de Vi-
co
, pp. 117-140) che affianca il classico e
«justamente enfatiza o novo sentido da
Providência em Vico, definida pela re-
conciliaç
ā
o entre o intelecto e a vontade,
de tal modo que esta seria conformada
pelas determinações do intendimento, e
n
ā
o mais pelo capricho da sensibilidade
ou da imaginaç
ā
o» (p. 11). Così matura
un’alterazione significativa dell’antico
concetto stoico e cristiano della Provvi-
denza, richiesta dalla rigorosa fondazione
tra Seicento e Settecento del concetto di
realtà naturale e spirituale a valle della
ripensata distinzione cartesiana tra
res
cogitans
e
res extensa
. Uno dei contributi
più originali di Guido sta nell’approfon-
dire lo schema ben noto della contrappo-
sizione Vico-Cartesio (p. 128) che, sep-
pur legittima, rischia in alcuni casi, di
oscurare l’ampio contesto comune di te-
mi e problemi della modernità, facendo
del filosofo della
Scienza nuova
un isolato
contestatore del proprio tempo, scono-
sciuto ai contemporanei fino alla scoper-
ta ottocentesca del Michelet. Dopo aver
efficacemente offerto un breve ritratto di