AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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Con questo saggio l’A. intende dare
una sintesi tanto introduttiva quanto
sistematica della filosofia vichiana in rap-
porto agli studi attuali. L’esposizione
prende infatti spunto dall’attuale dibatti-
to sulla distinzione tra «Kulturwissen-
schaften» e «Geisteswissenschaften». Se
Vico è stato proclamato recentemente
uno degli «eroi fondatori» dell’attuale
«Kulturwissenschaft» è merito dell’A.
l’aver fatto notare la precarietà e i limiti
filologici di questa appropriazione.
Trabant offre a sua volta una efficace
visione d’insieme della filosofia vichiana
attraverso alle tre figure della Metafisica,
di Ercole e di Omero, che sono appunto
presenti, sebbene in modo diverso, nella
Dipintura della
Scienza nuova
. La Metafi-
sica, come figura centrale, è quella che
contempla il ‘mondo civile’ e introduce
dunque il tema capitale della
Scienza nuo-
va
. Con l’espressione
mondo civile
viene
definito l’ambito della realtà al quale la
filosofia vichiana si riferisce e della quale
espone i ‘principi’. Tale ‘mondo civile’ è
sintetizzato a sua volta in due grandi fi-
gure mitologiche che indicano i due
principali problemi della vita dell’uomo
nel mondo, vale a dire il lavoro quale su-
peramento materiale della selvatichezza
da una parte e l’appropriazione mentale
del mondo attraverso il pensiero e la pa-
rola, cioè la semiosi, dall’altra. Ercole, la
prima di queste due figure – la cui rap-
presentazione all’interno dell’incisione
non è tuttavia molto chiara in quanto lo
si intravede soltanto nei segni dello zodi-
aco che cinge il globo – è il fondatore
delle nazioni. Come fondatore della
polis
che rende possibile l’esistenza della so-
cietà difendendola dalla selvatichezza
della natura mediante la ‘coltura’, la figu-
ra di Ercole può essere considerata «il
carattere degli eroi politici» (
Sn44
cpv. 3). Il secondo ‘carattere’ fondamen-
tale del mondo civile è Omero, ben visi-
bile nell’incisione in forma di statua.
Omero sta per il creatore della ‘sapienza
poetica’ in ‘caratteri poetici’, dunque per
la ‘poeticità’ degli uomini e per la creazio-
ne del pensiero e dei segni attraverso i
quali il pensiero si esprime. Delineando
in questa maniera ideale le linee guida
del ‘sistema’ vichiano, l’A. così riassume
verso la fine del suo articolo: «La metafi-
sica, Ercole e Omero sono le tre princi-
pali figure della ‘dipintura’ di Vico e
rappresentano i tre grandi ambiti del suo
pensiero: conoscenza (filosofia), storia
del diritto (politica) e pensiero-parola
(sematologia). La ricezione si è spesso
fortemente concentrata su un unico am-
bito, benché tutti e tre siano profonda-
mente legati tra di loro» (p. 258). Uno
sguardo alla ricezione del pensiero vichia-
no rivelerebbe inoltre che mentre l’ap-
proccio ‘storicistico’ ed ‘epistemologico’
ha dominato l’interpretazione della filo-
sofia vichiana durante l’Otto e il Nove-
cento, è secondo l’A. la prospettiva sema-
tologica ad aprire oggi un fecondo oriz-
zonte interpretativo.
[Th. G.]
32.
V
ANNI
R
OVIGHI
Sofia,
Filosofia
della conoscenza
, Bologna, Edizioni Stu-
dio Domenicano, 2007, pp. 448.
Nel cap. VII su «Pascal e Vico» (pp.
189-199), l’A. sottolinea la funzione ‘di-
mostrativa’ attribuita da Pascal alla ra-
gione, e in particolare alla geometria, che
insegna come la ragione debba procedere
per arrivare alla verità. D’altra parte, Pas-
cal è consapevole come non si possa aspi-
rare ad una scienza ideale, che non deb-
ba presupporre nulla alla dimostrazione,
in quanto «i concetti primitivi non si
possono definire e i principi primi non si
possono dimostrare» (p. 91); e, ancor di