AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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più, come di fronte ai principi fondanti la
vita morale la ragione debba riconoscere
la propria impotenza. Questo limite, nota
l’A., è legato non tanto alla natura della
ragione quanto «da quella che noi oggi
chiameremmo la sua situazione esistenzia-
le» (p. 193), e che rivela la natura istintua-
le dell’uomo che ha il suo centro nel cuo-
re. Occorre dunque, come dice Pascal,
piegare la natura animale dell’uomo attra-
verso la volontà di credere in Dio.
L’A. pone nello stesso capitolo il pa-
ragrafo su Vico, in quanto sottolinea, a
partire dal
De antiquissima
, la critica alle
pretese conoscitive cartesiane alla luce
del principio del
verum-factum
. Solo nei
fondamenti della conoscenza storica tan-
to disprezzata dal razionalismo cartesia-
no si può fondare una scienza nuova do-
ve si esprima il criterio di verità formula-
to da Vico, e in cui si rivalutino anche le
espressioni poetiche e fantastiche che lo
stesso Pascal aveva individuato come
fondanti la natura umana.
[A. S.]
33.
V
ENEZIANI
Marco,
Immagini
della natura della
Scienza nuova
di Vico
,
in
Natura
, XII Colloquio internazionale.
Roma, 4-6 gennaio 1907, a cura di D.
Giovannozzi e M. Veneziani, Firenze,
Olschki, 2008, pp. 459-471.
Prendendo in esame l’opera maggiore
del
corpus
vichiano, l’A. dichiara prelimi-
narmente di voler affrontare solo due luo-
ghi del percorso che il termine natura as-
sume per il pensatore napoletano. Il pri-
mo si centra sulla nozione di «natura
umana» insieme all’immagine magico-
astrologica del mondo; il secondo, su
quella idea di natura che Vico accoglie al-
l’interno di un contesto legato alla scienza
moderna. La natura umana si definisce
all’origine nell’identificazione di metafisi-
ca e poesia, come vediamo nel capitolo
sulla «Metafisica poetica» del secondo
libro della
Scienza nuova
1744; la poesia
infatti non è altro che una delle «guise»
della metafisica; esprimendo la creatività
dell’uomo ben oltre la tesi esposta nella
Scienza nuova
1725, in cui la poesia pre-
cedeva la riflessione metafisica. Già a
partire dalla
Scienza nuova
1730, i saperi
settoriali incominciano dalla metafisica,
mentre nella versione definitiva dell’opera
viene pienamente affermata l’unità della
mente umana nel suo rapporto tanto col
corpo quanto con la sfera intellettuale.
L’A. osserva poi come anche quella intro-
spezione metafisica da cui partiva il mon-
do umano, «non ha per Vico nulla di mi-
stico», ma è «un deliberare razionale con
se stessi», segnalando così «l’aprirsi, fra i
progetti parziali e limitati degli uomini e
quello di più largo respiro che è in atto
nel tempo, ovvero il disegno della Prov-
videnza divina, di un ampio spazio teori-
co-pratico che proprio la nuova scienza è
chiamata ad occupare, per consentire agli
uomini e alle nazioni di adeguare sempre
meglio la propria storia alla perpetuità e
ai cicli della storia ideale eterna» (pp.
464-465). In questo senso, l’A. sottolinea
l’importanza che Vico attribuisce alle
Degnità XIV e XV, dove per natura si
intende
nascimento
nella costanza dei
‘tempi’ e delle ‘guise’; questa conclusione
«sposta l’accento soprattutto su quei trat-
ti costitutivi degli enti che sembrano sus-
cettibili di un vaglio scientifico», e apre
«al concetto moderno, austero e spendi-
bile senza pesanti ipoteche metafisiche
nel lavoro scientifico» (p. 471).
[A. S.]
34.
Giambattista Vico et ses interpré-
tations en France
, in «Revue des Etudes
1...,226,227,228,229,230,231,232,233,234,235 237,238,239,240,241,242,243,244,245,246,...256