AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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che prende avvio dalla messa in discussi-
one dei principi della retorica classica
operata all’inizio del XVII secolo, e nel
quale, esaminando figure come Arnaud,
Nicole e Lamy, le posizioni del filosofo
napoletano appaiono meno estranee «à la
culture française qu’on peut le laisser
croire» (p. 118): il ridimensionamento
dell’immagine di un’alterità radicale fra
la filosofia vichiana – con il suo anticarte-
sianesimo – e la cultura francese è pe-
raltro un tema che ricorre più volte nei
contributi al volume.
Un terzo nucleo di saggi, cui contri-
buiscono studiosi francesi e italiani, pro-
pone una lettura critica del pensiero di
Vico a partire da determinate questioni
centrali della sua opera. La lettura, o
meglio, l’uso (
usage
) che due dei più
grandi interpreti francesi di Vico, Miche-
let e Ballanche, fecero del tema delle ri-
vendicazioni della plebe, rappresentato
nella
Scienza nuova
nel mito di Saturno, è
oggetto del contributo di Georges Navet
Le Dieu Saturne dans la
Scienza nuova
(pp. 35-44). Sotto prospettive diverse, sia
Michelet che Ballanche trassero dalla
filosofia vichiana una dottrina dell’eman-
cipazione, dove però, contrariamente a
quanto accade nella
Scienza nuova
, non
ricade sulla plebe ma sul patriziato la
responsabilità dei fallimenti che, d’altro
canto, non si inseriscono più pienamente
all’interno della «problématique ‘satur-
nienne’ du
ricorso
» (p. 44).
La polemica anticartesiana del filoso-
fo napoletano costituisce l’elemento di
raccordo con la cultura francese nel sag-
gio di Mariagrazia Pia,
Le «conatus» dans
la philosophie de Giambattista Vico
(pp.
45-52). L’A. esamina il processo in segui-
to al quale, «en affirmant que le
conatus
n’est qu’une forme de résistance à un
mouvement externe, Vico le soustrait au
corps pour en faire une vertu, une force
active de la pensée […] qui oppose une
résistance au désir en tant que force
d’expansion tendanciellement infinie» (p.
50): la concezione vichiana si differenzia
così da quella di Spinoza, che attribuisce
al
conatus
anche un valore espansivo, ma
soprattutto rappresenta un attacco fronta-
le alla metafisica di Descartes, nella quale,
in continuità con la tradizione meccani-
cistica, «le
conatus
n’est qu’une puissance
physique qui permet au corps de s’appro-
cher ou de s’éloigner du centre du mou-
vement» (p. 51).
Il confronto con Descartes è al cen-
tro anche della densa analisi dei testi vi-
chiani condotta da Marco Vanzulli nel
suo intervento su
Le caractère méta-an-
thropologique de la
Scienza nuova
(pp.
53-74). La risoluzione della metafisica
all’interno della saggezza poetica misura,
secondo l’A., la distanza che separa la
Scienza nuova
dal
De antiquissima
. D’altro
canto, il richiamo di Vico al valore cono-
scitivo dell’immaginazione e della com-
prensione non implica una rinuncia al me-
todo critico: «c’est la détermination logi-
que qui caractérise la science vichienne
même lorsqu’elle essaie de se rapprocher
des esprits des premiers hommes dominés
par l’imagination» (p. 74).
Davide Luglio (
«Auctoritas» et «Ve-
tustas»: quelques remarques sur l’image de
l’Antiquité dans la
Scienza nuova, pp. 75-
88) propone una rilettura della colloca-
zione di Vico all’interno della
querelle
tra
eruditi e filosofi che caratterizzò la fine
del XVII secolo e l’inizio del XVIII. Cor-
reggendo il giudizio di Momigliano, se-
condo cui Vico rimase ai margini della
rivoluzione storiografica e del ritorno
allo studio dell’antico, l’A. sottolinea il
suo approccio ‘archeologico’ alla scienza
della mitologia, che rompe lo specchio di
Narciso dell’interpretazione allegorica
dell’antichità come
auctoritas
per inaugu-
rare un approccio consapevole del carat-
tere di alterità dell’antichità/
vetustas
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