GLI STUDI VICHIANI DI EUGENIO GARIN
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quale peraltro la posizione di Garin si sarebbe fatta ancora meno cau-
ta, piuttosto sottolineando – come si vedrà – il carattere di estrema ar-
ditezza del pensiero vichiano, e quindi ancora più connettendolo alla
stagione dell’Illuminismo.
5. Garin, si è detto, assumeva largamente – e largamente per cor-
reggerlo, ridimensionarlo – il tema storiografico consueto del rapporto
tra Rinascimento e Vico, quindi tra Rinascimento e secolo dell’Illumi-
nismo. Tanto che non deve essere assunto in un senso restrittivamente
cronologico il titolo del libro
Dal Rinascimento all’Illuminismo
. I densi
saggi in esso raccolti già non offrivano soltanto importanti apporti spe-
cifici su singoli autori e temi (che spaziavano da Cornelio all’
Ars
Magna
di Astorini, a
Giuseppe Valletta storico della filosofia
fino ad
Antonio Genovesi storico della scienza
), ma anche veri e propri disegni
di ricostruzione di ampi quadri storico-critici, come anche i titoli an-
nunciano:
Da Campanella a Vico
, saggio che nel libro risulta cruciale, e
su cui varrà quindi la pena di concentrarsi,
Per una storia della fortuna
di Hobbes nel Settecento italiano
,
Per una storia dei rapporti fra Bayle e
l’Italia
, anche
La storia ‘critica’ della filosofia nel ’700
(da ricondurre ad
un interesse storiografico che ricomprendeva anche i contributi su
Valletta e Genovesi). Di più, quei saggi – uniti da un solido filo tema-
tico e problematico – tracciavano larghi tratti del disegno complessivo
di un’intera vicenda della cultura italiana, e in particolare meridionale,
appunto dal Rinascimento a Vico, di questi configurando una precisa
collocazione in essa, e proponendo una lettura d’insieme
37
.
Il ripensamento di quel tema (il rapporto ‘tra Rinascimento e Vico’)
– estremamente pronunciato in particolare rispetto al modello neo-
idealistico gentiliano – coinvolgeva dunque tutti i termini in questione:
il Rinascimento, la scienza moderna, Vico, il Settecento. Ad essere
sottoposto al ripensamento più ragguardevole già da tempo era stato
soprattutto il primo termine, il Rinascimento. Quanto al secolo XVIII,
non è un caso che Garin non abbia in genere seguito il nascosto movi-
mento ‘metonimico’ (solo successivamente poi in effetti messo in forse
dalla storiografia tardonovecentesca) di dire tutto il complesso ’700
tramite il concetto di ‘illuminismo’, e abbia preferito di massima un
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Per un’ampia, puntuale, presentazione del volume si può rinviare alla recen-
sione, già segnalata nella I parte di questo lavoro, di Cesare Vasoli apparsa nel 1971,
nel fascicolo I di questo «Bollettino».